L'Inter vola lontano, ma i pensieri, quelli sì, restano a Milano. Nella testa e nelle gambe la batosta di stampo friulano, un brutto tonfo, un ritorno alle origini, a quei problemi caratteriali ben radicati nella prima parte di stagione firmata Mazzarri. La svolta Mancini, bruscamente arrestata dal secondo tempo di San Siro con l'Udinese, cerca nuova linfa a Baku, in una partita di scarso interesse dal punto di vista numerico, con l'Inter saldamente in testa al raggruppamento e già qualificata per i sedicesimi, ma importante per interrompere il trend negativo che vede la versione 2.0 del Mancio mai vittoriosa se non nell'appuntamento di Europa League con il Dnipro.

Il Qarabag cerca invece l'impresa qualificazione e si prepara a una sfida da dentro-fuori in un acceso duello a tre con Saint Etienne e Dnipro. Tre squadre racchiuse in un punto alle spalle dei nerazzurri. "L'Inter giocherà con i giovani? Penso verranno qui per dimostrare il loro valore", queste le parole di Qurbanov. Nulla da perdere, nell'aria la possibilità di fare la storia.

Mancini tiene alta l'asticella della concentrazione, prova a raccogliere quanto di buono visto con l'Udinese e analizza i difetti di un gruppo troppo soggetto a sbalzi umorali. Non un problema di condizione fisica, quanto di atteggiamento di fronte alle difficoltà. Un cantiere aperto, in cui perdersi è ancora troppo facile. Il Chievo, lunedì, è appuntamento da non sbagliare, occorre quindi risparmiare forze in vista di una lenta e graduale risalita in A.

In Europa League rivoluzione totale. I "grandi" restano alla Pinetina e a Baku si crea un mix tra chi finora ha meno giocato e chi, alla prima ribalta, punta a ben figurare. Carrizo rileva Handanovic, Campagnaro e Andreolli si prendono la retroguardia, con Mbaye e d'Ambrosio - importante il recupero dell'ex Torino - mentre in mediana M'Vila rileva Medel. Khrin e Obi portano freschezza alle spalle di un tridente retto da Osvaldo e acceso dalle voglie di Baldini e Bonazzoli. In panchina, con Berni, una lunga schiera di ragazzi.

Non c'è Vidic, inizialmente convocato, ma colpito da un attacco influenzale. Situazione da monitorare quella del croato in vista di gennaio. A Milano, nel frattempo, Jonathan torna ad allenarsi, bene, con il gruppo, mentre resta a riposo Palacio. Per lui obiettivo Chievo, come per Icardi e Dodò. Contro l'undici di Maran difficile rivedere Hernanes, alle prese con un complesso rientro dopo il problema all'adduttore. Fondamentale il Profeta nell'idea di calcio di Mancini.

Si scende in campo alle ore 18 italiane, a Baku, agli ordini del ceco Zelina. Questa la probabile formazione nerazzurra: