Torna la pazza Inter a San Siro: i nerazzurri battono 2-1 il Dnipro nella quinta giornata di Europa League e strappano il pass per i sedicesimi, come prima del Girone F (11 punti). Con la squalifica di Roberto Mancini, tocca al direttore sportivo Piero Ausilio presentarsi nella consueta conferenza post match, per analizzare la vittoria contro gli ucraini.

“Ora siamo primi matematicamente nel girone di Europa League, una posizione che ci permetterà di dedicarci al meglio al campionato. – ha detto Ausilio – Siamo stati bravissimi in questo girone, avendo così la possibilità di giocare l'ultimo match senza particolari problemi di classifica. Da domattina penseremo alla Roma”.

Si passa poi ad analizzare la situazione dei singoli, tra cui Osvaldo: “Purtroppo Pablo è stato fuori per infortunio, ma quando ha giocato ha sempre fatto bene e non deve dimostrare nulla a nessuno. Siamo felici di averlo recuperato, aveva bisogno solamente di lavorare con continuità per ritrovare la condizione migliore. Oggi ha fatto vedere di esserci e di poter meritare una maglia da qui alla fine del campionato. Per quanto riguarda il mercato, faccio fatica a parlare. Oggi sono qui per sostituire il mister, ma non credo sia il momento adatto per parlare di trattative”.

Qualche considerazione poi su Ranocchia, ultimamente apparso un po’ in difficoltà: “Non ho visto un Ranocchia così in difficoltà come dite, anche se stasera non è stata la miglior partita. Questo è giusto ammetterlo. Ma se penso al match contro il Milan, oltre a quello con la Nazionale, dico di aver visto un giocatore importante, che vuole diventare un leader di questa squadra. E non solo per la fascia che porta al braccio. Oggi contava vincere, sapevamo quanto sarebbe stato importante passare già oggi il turno, e poi in dieci non è mai facile. Ranocchia ha giocato una gara non proprio brillante, ma è un episodio isolato”. Sull’infortunio alla spalla di Nagatomo, invece, Ausilio parla così: “Dalle prime informazioni che ho avuto non mi risulta che l'operazione sarà presa in considerazione. Da quanto ho capito è scongiurato l'intervento e non dovrebbe essere un problema grave”.

Arrivano, infine, gli elogi per Handanovic, maestro dei rigori: “Sarebbe meglio che non venissero assegnati rigori contro, questa è la premessa. Ma con un portiere come lui direi che si parte con ottime sensazioni. Le sue statistiche sono strepitose, ma ripeto: sarebbe meglio non subirli i calci di rigore. Handanovic è un professionista serio, non c'è casualità dietro ai suoi numeri. Tutto è frutto del suo lavoro”.

Nel post partita spazio anche alle dichiarazioni di alcuni dei giocatori interisti.

HERNANES - “L'assist a Osvaldo? Avevo provato già nel primo tempo un paio di volte, poi nella ripresa è andata bene. Bravo Osvaldo, un bel gol. Merito della squadra, sapevamo che sarebbe stata difficile. Ma con cattiveria abbiamo portato a casa la vittoria. E, come ha detto il mister, ci vogliono anche vittorie così di sofferenza. Un primo passo”. Sul ruolo di esterno: “Avevo già giocato, ma a me piace giocare in campo, non mi costa sacrificio. Mancini ci chiede di giocare al massimo a due tocchi, dobbiamo imparare. Va mossa la palla rapidamente e anche i movimenti senza palla vanno fatti nei tempi giusti”.

JUAN JESUS - “Abbiamo festeggiato perché Mancini merita il meglio. Grazie a Dio abbiamo vinto e gli abbiamo fatto questo regalo. Handanovic si è lamentato dell'approccio? Sono d'accordo con lui, se non tutti in squadra corrono e aiutano andiamo in difficoltà. Handanovic è uno che fa la differenza sempre. Cosa ha portato Mancini? Esperienza perché ha vinto tanto e tranquillità”. Chiusura sull'esame di domenica prossima contro la Roma: "Loro stanno facendo un gran campionato, dobbiamo essere concentrati al mille per cento anche perché giocano in casa e sono fortissimi. Dobbiamo preparare al meglio questa partita”.

HANDANOVIC - “È stata una vittoria molto sofferta, bisogna ammettere che all'inizio abbiamo giocato male e siamo partiti molli. Poi si è visto lo spirito giusto, da questa partita dobbiamo prendere questo. Sbagliamo cose semplici, non c'entrano i moduli o la tattica, è un fatto psicologico. I sei rigori? Parare è il mio lavoro. Ci sono parate di una certa difficoltà e le cazzate, io provo a parare il più possibile. Rinnovo? Vedremo, se ne occuperà il mio procuratore”.