I rumori del derby si fanno più lievi, si placano col passare delle ore e l'attenzione, a Milano, volge verso l'imminente appuntamento europeo. La prima di Mancini oltre il confine italico. L'Inter attende il Dnipro, pensando alla Roma. Chiudere il discorso qualificazione, ipotecare la prima piazza per approcciare nel giusto modo la delicata gara di campionato con i giallorossi. In vista del duello con Garcia, Mancini pensa a qualche cambio rispetto all'undici proposto nella stracittadina. Niente di esagerato o fuorviante, ritocchi mirati per proteggere muscoli affaticati e acciacchi, senza stravolgere un impianto in fase di crescita.
Vidic e Medel trovano posto nella formazione al via. Il croato, incerto nella difesa a tre di Mazzarri, deve risalire le nuove gerarchie, e una prestazione convincente in Europa può fungere da trampolino verso una candidatura per Roma. Medel, assente nel derby per squalifica, è alla prima prova sotto la lente di Mancini. Con Kuzmanovic e il rientrante M'Vila si gioca il posto.
Assente Kovacic. Troppo importante il croato per rischiarlo in Coppa. Una settimana di riposo e allenamenti per ricaricare le batterie. Davanti scalpita Osvaldo. L'ex giallorosso sogna un gol nella Capitale e, dopo l'infortunio, lancia la sfida al duo Palacio - Icardi. D'Ambrosio, pienamente recuperato, rimpiazza Dodò, mentre da valutare è Guarin. Non è al meglio, ma Mancini, dopo averlo elogiato al termine della stracittadina, potrebbe nuovamente puntare su di lui.
Recuperi importanti, scelte delicate. Mancini studia le alternative, poche sono però idonee alla sua idea di calcio. Si volge allora il pensiero al tavolo del mercato. A Marrakech, al tramonto del 2014, la sfida al Psg, un pensiero a Lavezzi. La dirompente forza del Pocho nell'Inter del futuro. Il sogno di Mancini e Thohir, riportare a Milano i fasti del passato. L'ostacolo da sormontare è sempre quello del Fair Play. I conti non tornano, ma Milano, sponda nerazzurra, studia nuove fonti di guadagno, possibili introiti per ripianare e rilanciare. C'è entusiasmo e si parte da lì.
Fonte Gazzetta dello Sport