Mancava Erick Thohir, il numero uno. In serata giungono anche le parole del tycoon a raccontare l'affaire Mancini. Non una scelta di pancia, un'operazione rapida ma ponderata, condivisa. Decide Thohir, ma con l'aiuto di collaboratori e persone fidate. Un giro di telefonate, un solo nome, Roberto Mancini. Il migliore sulla piazza per sostituire Mazzarri, una svolta netta, non un semplice cambio in poltrona.
"Dopo lunghe conversazioni telefoniche con i dirigenti e con Moratti, ho deciso insieme a tutti di cambiare, puntando su quello che riteniamo essere l’uomo migliore, il miglior allenatore che ci sia in Italia, pur avendo apprezzato molto Mazzarri e ringraziandolo. È successo davvero tutto in un giorno e una notte e non ho mai pensato a nessun altro nome, se non a quello di Mancini. Mancini conosce già bene l’Inter e lo si è scelto per il bene del club".
La scelta Mancini comporta un ulteriore salto economico. Un top in panchina, prima del derby, verso il mercato di gennaio. Inevitabile correre in fretta al mercato ripatore, ai possibili colpi nerazzurri. Thohir non si nasconde, l'Inter scende in campo, senza freni "Nei limiti del possibile, si cercherà di rafforzare la squadra secondo le sue indicazioni già a gennaio. Chiedo ai tifosi di supportare allenatore e giocatori e di rispettare il lavoro, ma soprattutto di giocare insieme, noi e loro come un’unica grande squadra. San Siro deve essere la nostra casa. Non si può giocare a San Siro come fossimo in trasferta".
L'ambiente, punto cardine della decisione del Presidente. Dai mugugni all'euforia, dai dubbi pendenti su Mazzarri all'immediato entusiasmo suscitato dal nome "Mancini" "C’era bisogno di aria nuova, di un'atmosfera diversa e di allentare la pressione. Mancini ha accolto con entusiasmo il progetto ed è consapevole della situazione economica della società".