Fischi e fiaschi, si può sintetizzare così lo stato attuale della Milano nerazzurra. Ai risultati di campo, poco convincenti, seguono le polemiche con l'ambiente. L'Inter scende a San Siro come in un teatro di guerra, con Mazzarri costretto a emergere dal tunnel quasi in sordina, in ritardo rispetto alla squadra, per evitare assordanti "richiami" forniti gentilmente dal pubblico presente. Consuetudine ormai non annunciare ai microfoni il nome del tecnico, per non schiacciare ulteriormente una squadra già gravata da pressioni insostenibili. Il popolo nerazzurro, esigente, mugugna, senza attendere il triplice fischio, si fa sentire presto nell'arco del match. L'idea di buona parte della frangia che occupa le poltrone dello stadio è chiara: Mazzarri è inadeguato e va cacciato. 

La squadra ha risposto, prima con Juan ai microfoni, difendendo a spada tratta l'allenatore, poi con Icardi, dal campo, nella gara interna con il Verona. Un gesto di stizza, di insofferenza, una chiamata di aiuto. Ora, in soccorso, giunge anche la Curva Nord, la massima rappresentanza del tifo nerazzurro. La Curva appoggia Mazzarri, se non nelle scelte, almeno in campo, fornendo adeguato contributo alla causa. Non è più il tempo delle polemiche, non lo è almeno quello dei 90 minuti di campo, quello in cui si gioca e si lotta per la maglia. 

Le parole a SportMediaset non lasciano spazio a dubbi. Si può protestare, è anche lecito farlo, ma senza far mancare un appoggio ancor più indispensabile in una fase critica "Abbiamo sposato le intenzioni di una società che ha puntato finalmente sulla progettualità. Ha scelto Mazzarri e lo sosteniamo, se difende l’allenatore per noi va bene così. Sosterremo chiunque alleni l’Inter, ora c’è il derby e con la sola Curva aperta, visto che si gioca in trasferta, i tifosi interisti si possono unire a essa. I fischiatori stiano a casa o fischino solo al 90esimo”.