Oggi andremo a conoscere più da vicino, uno degli astri nascenti del calcio italiano e leader silenzioso della Primavera di mister Vecchi, ovvero Demetrio Steffè.
BIOGRAFIA- Demetrio Steffè è nato il 30 Luglio del 1996 a Trieste. La sua carriera calcistica comincia nel San Giovanni, una delle prime società locali ad entrare tra i dilettanti e che possedeva delle buone strutture giovanili e una buona organizzazione. Demetrio viene utilizzato come jolly di centrocampo, infatti quando l'avversario era particolarmente forte, veniva utilizzato nel ruolo di incontrista, mentre se si doveva vincere, aveva la licenza di andare avanti. Le buone prestazioni richiamano l'attenzione di molte squadre, ma alla fine a spuntarla è la Triestina, che nel 2008 lo preleva a titolo definitivo dalla precedente società; qui il giovane centrocampista rimane per due anni, giocando il campionato dei giovanissimi regionali con i 94', due anni più grandi. Ma la vera svolta arriva nel 2010, quando viene invitato ad uno stage ad Interello, dove gli ossevatori nerazzurri lo notano immediatamente, decidendo di dargli una possibilità nel torneo MIC di Girona, dove la selezione interista uscì solo in semifinale ai rigori; nonostante ciò, Steffè giocò con molta continuità, impreziosendo il tutto anche con un goal. Tutto ciò gli valse la riconferma definitiva, infatti l'Inter nell'estate dello stesso anno lo prelevò dalla Triestina. Inizialmente venne aggregato alla rosa degli Allievi regionali, anche se la sua esplosione definitiva arriva nella stagione 2013/14 con la maglia della primavera del Chievo Verona, dove era andato in prestito. Qui, sotto la sapiente guida di mister Nicolato, Steffè è utilizzato come metronomo di centrocampo, infatti è grazie anche alle sue grandi prestazioni se il Chievo vince il campionato, arriva alla fine con una differenza reti di +30, e se Da Silva diventa il capocannoniere con 19 reti; quindi è lui il vero leader silenzioso di questa squadra, infatti con le sue abilità in entrambe le fasi di gioco, riesce a garantire sempre un buon equilibrio. La grande annata, ovviamente, lo riporta in quel di Milano, sponda nerazzurra, con la quale sta giocando una prima parte di campionato incredibile, dove sta monopolizzando il proprio girone; anche se è diventato famoso, grazie al goal segnato quest'estate nel derby contro il Milan, dove dopo un bel aggancio al volo, ha battuto il portiere in uscita con un meraviglioso pallonetto.
NAZIONALE- Ovviamente le sue grandi prestazioni a livello giovanile, lo hanno automaticamente portato ad imporsi nelle gerarchie delle selezioni nazionali italiane. Non a caso ha vestito tutte le maglie, dall'U16 ll'U19, anche se ha toccato il suo apice con quella dell'U17, con cui ha sfiorato la vittoria dell'Europeo e ha partecipato ai Mondiali.
STILE DI GIOCO- Centrocampista centrale, dotato di una intelligenza calcistica non indifferente, è quel tipo di giocatore che sa tenere in mano le redini del reparto anche da solo. Bravo nel ricoprire entrambe le fasi di gioco, è uno di quei giocatori che ha la capacità di valorizzare al meglio tutti i suoi compagni; infatti a beneficiarne di solito sono sempre gli attaccanti, costantemente riforniti dalle sue verticalizzazioni (non sono casuali i numeri di Da Silva prima e Puscas ora). Movimento, carattere ed aggressività, queste le caratteristiche del motore di gioco del centrocampo dell'Inter, leader silenzioso di un reparto, e di una squadra, che sta esprimendo il più bel calcio a livello giovanile. Inoltre da segnalare anche la sua duttilità tattica, infatti oltre che al centro della mediana, può giocare anche sugli esterni, dove diventa pericoloso con le sue capacità di attaccare lo spazio. Il suo modello calcistico è la bandiera ed eterno capitano nerazzurro, Javier Zanetti, del quale ammira la serietà professionale e la dedizione al lavoro, che lo hanno portato a grandi traguardi.
FUTURO- Attualmente è uno dei pilastri della formazione Primavera di mister Vecchi, anche se è molto probabile che Mazzarri lo possa chiamare qualche volta in prima squadra, dandogli anche una possibilità dal primo minuto; infatti nella sua giovane carriera Demetrio è stato sempre abituato a bruciare le tappe.