Due settimane per ricaricare le batterie, per recuperare il tempo lasciato durante la preparazione estiva. La caviglia non tormenta Rodrigo Palacio da un po', ma da ritrovare è la brillantezza, punto cardine del gioco dell'argentino. Lo strapotere atletico di Palacio ha segnato i momenti positivi della prima Inter di Mazzarri e oggi, in un momento negativo, la classe del sudamericano è elemento imprescindibile. La sosta ha rivitalizzato i muscoli del Trenza e, complice l'assenza di Osvaldo, l'Inter si aggrappa a lui per chiudere il cerchio di sconfitte. 

In una lunga intervista al Corriere dello Sport, Palacio presenta la gara con il Napoli "Per come la vedo io, è una partita che arriva nel momento giusto. Un successo, infatti, ci regalerebbe un’immediata iniezione di fiducia. Poi è bello affrontare le grandi squadre quando non stai bene: le motivazioni aumentano e vai campo ancora più carico. Sono convinto che l’Inter giocherà al massimo, sappiamo di non potere perdere altri punti. Ma soprattutto sappiamo di non dover ripetere gli errori delle ultime gare. Dobbiamo ripartire facendo una buona prestazione e conquistando i tre punti. Dobbiamo giocare bene, come solo una squadra compatta sa fare. Sappiamo di non poter sbagliare. Siamo in un momento duro, ma vincendo possiamo cambiare tutto. La squadra acquisirà più convinzione e ripartirà. Per me conta solo fare un gol in più e vincere. Che sia 4-3 o 1-0 non fa differenza".

Sconfitte, quelle recenti, che non derivano solo da una carenza atletica. Se è vero che l'Inter soffre a causa di una preparazione non adeguata, emerge anche, se non soprattutto, una lacuna a livello mentale. Quando in difficoltà, la squadra tende a sciogliersi, incapace di reagire "Abbiamo parlato parecchio tra di noi. Ci siamo resi conti che non deve più accadere, che dobbiamo migliorare. Alla fine, però, è tutta una questione di giocare bene o male e non abbiamo giocato male. Forse la questione è più mentale, perché a me sembra che la squadra corra. Anche se magari talvolta abbiamo corso male. Ripeto, però, se giochi male, è normale finire per perdere".

Da Icardi a Osvaldo, Palacio elogia i compagni di reparto. Con il primo già l'anno scorso un'intesa vincente, con il secondo poco spazio in campo, dati i problemi di salute del Trenza, ma grande ammirazione per quanto visto tra le quattro mura di casa Inter "Siamo insieme da un anno e mezzo. Io conosco i suoi movimenti e lui i miei. Formiamo una buona coppia. Dove può arrivare? Dipende da tutto lui. Ha un talento notevole ed è un attaccante completo. E’ giovane, quindi deve ancora imparare tanto, ma può diventare un campione. Per quanto riguarda Osvaldo, non ho ancora avuto tante occasioni per giocare con lui. Lo conoscevo come avversario, ma ora che mi alleno con lui tutti i giorni posso dire che ha una tecnica impressionante e che mi piace molto il suo modo di stare in campo. Per me non fa differenza mi trovo bene e mi fa piacere giocare con entrambi".

L'importanza del fattore San Siro "Importante il pubblico, come sempre. I tifosi ci hanno sempre dato una mano e accadrà anche domenica (domani), ne sono sicuro. Dovremo dimostrare di essere decisi e determinati, così loro si caricheranno ancora di più. Sono capitati, è vero ed è ovvio che non possa far piacere. Ma allo stesso tempo è un reazione normale a cui siamo abituati. Il calcio è così, quando una squadra gioca male e non vince, i tifosi si arrabbiano. Ma noi non dobbiamo farci distrarre, ma solo rimanere concentrati nello sviluppo il nostro gioco".

L'obiettivo resta il medesimo. Terzo posto, con annessa qualificazione Champions, per prestigio e soldi "Penso che possiamo valere la zona Champions, ma le parole non bastano, servono pure la conferma del campo. L’organico è senz’altro buono. Soltanto Juve e Roma sono superiori, per il resto possiamo giocarcela con tutti. Occorre però fare le cose giuste. Non possiamo dire che valiamo la Champions e poi finiamo col perdere in casa con il Cagliari...".

La chiusura è per il passaggio da Moratti a Thohir "Per me non è cambiato nulla. Ultimamente è venuto più spesso e quando ci viene a trovare scambiamo sempre qualche parola. Si nota però che vuole fare bene e che ha in mente di migliorare l’Inter. E’ un progetto nuovo: per il bene di tutti, la speranza è che sia la strada giusta".