Aggrappati a Palacio. Un déjà vu, un ritorno al passato. L'Inter di Thohir si affida, come già quella di Moratti, alla treccia di Rodrigo Palacio. L'argentino è l'attesa oasi da cui trarre respiro, idee. La capacità di fungere, in egual modo, da collante tra centrocampo e attacco e da perfetta spalla di Icardi ne fa un esemplare raro. Le due opzioni fin qui sperimentate da Mazzarri non hanno portato beneficio. Con una scelta conservativa, Kovacic o Hernanes, la manovra dell'Inter risulta priva di sbocchi, lenta. Con invece l'utilizzo di una doppia prima punta, Osvaldo più Icardi, si è costretti a ricorrere a palloni lunghi, non sempre utilizzabili, rinunciando all'azione manovrata.
Non a caso l'idea della dirigenza era quella di privarsi di Guarin, per puntare Borini, calciatore con caratteristiche affini a quelle di Palacio. Il rientro del Trenza procede con cautela. L'Inter vuole evitare pericolose ricadute e trattare con cura la caviglia malconcia. I problemi di Palacio risalgono al periodo pre-Mondiale. Nell'amichevole contro Trinidad & Tobago la sospetta distorsione. Da lì una serie di cure e infiltrazioni per evitare il forfait iridato. Nemmeno le vacanze post Brasile hanno permesso al giocatore di recuperare la miglior forma. Al rientro in nerazzurro molta fisioterapia e poco campo. Ora la luce. A dieci giorni dal secondo impegno in campionato con il Sassuolo, Palacio si muove tranquillamente, assaggiando il pallone e il terreno di gioco. Il suo impiego, al fianco di Icardi, è probabile, vista anche la condizione critica di Osvaldo.
L'attaccante italo-argentino ha lasciato il ritiro azzurro, prima dell'amichevole con l'Olanda, per un problema agli adduttori, amplificato dall'utilizzo contro il Torino. Osvaldo è sceso in campo, dopo il dolore all'anca patito durante l'allenamento, e la fatica della partita ha complicato le cose, allargando un fastidio poi resosi evidente in azzurro. All'inizio della prossima settimana controlli decisivi.