Erick Thohir si cala nel progetto Inter. Sul fronte mercato, dove il tycoon continua a inseguire i tasselli decisivi per completare la rosa a disposizione di Mazzarri, e sul fronte mediatico dove, da esperto uomo di business, segna le linee guida per il futuro, in società e in campo. Al quotidiano indonesiano TopSkor il magnate torna su temi già trattati come il FFP, la necessità di ridurre i costi, l'importanza di individuare i profili giusti per evitare sprechi "La cosa più importante per me è cercare di rendere più competitiva l’Inter, non solo sul campo, ma anche al di fuori. Sicuramente per rendere competitiva la squadra servono i giocatori, l’allenatore e lo staff tecnico. Per quello che riguarda il lato economico, non strettamente sportivo, voglio far sì che le entrate dell’Inter aumentino per renderci competitivi sul mercato. A chi dice, come Deloitte, che la Serie A sia poco competitiva rispetto alla Bundesliga, ricordo che questi dati sono precisi all’80%".
"Per quello che riguarda la squadra dobbiamo basarci sui giocatori. Uno di questi, personalmente è che i ragazzi siano giovani, il tutto rispettando il FFP. Nel momento in cui sono entrato nell’Inter, dopo il signor Moratti, abbiamo creato una nuova dirigenza che subito ha stipulato un contratto da 200 milioni di euro in 10 anni con Nike. Sicuramente io mi tengo 2-3 anni per la transizione in modo da aumentare le entrate. Comunque abbiamo anche preso Hernanes, D’Ambrosio e Vidic già a gennaio. Altri rinforzi? Sicuramente, ma non possiamo essere avventati per non incorrere nei problemi legati al FFP".
"Benefici dalla valutazione dei giocatori? Sì, è vero, ma non tutti i giocatori creano profitto. Sicuramente ci saranno delle condizioni da seguire, fra cui quello per cui gli stipendi non devono superare il 50% del fatturato. Una strategia simile l'ha usata il Real Madrid".