Quando si sposa un progetto, un'idea, quando quell'idea è cosa di famiglia, quasi viscerale, la separazione è per forza di cose dolorosa. Dai sorrisi agli screzi, dalle strette di mano alle scaramucce verbali. Moratti affida l'Inter a Thohir, l'uomo da cui ripartire. Un manager più di un padre. Un buon amministratore più di un amico. Tutto sembra ricomporsi, ripartire. Inizia la rivoluzione, la rinascita. Cadono foglie rese secche dall'inesorabile scorrere del tempo, si pianifica un domani più fresco. Eppure qualcosa non va. Perché il vecchio Presidente, che dell'Inter è ancora parte, mostra, con frequenza, uno sguardo sempre più corrucciato. Si trincera dietro a un "vediamo", osserva a volte quasi indispettito l'operato del successore. "Risanare", questa la parola che Massimo non ha gradito. Un attacco al suo operato, questa la percezione di Moratti.
"Con Thohir nulla da chiarire, abbiamo altri problemi da affrontare". Scende il grande gelo su Milano. Sullo sfondo la clausola, fortemente voluta da Moratti, per riacquistare l'Inter in caso di fallimento del suo successore. Erick, persona intelligente, smorza i toni. In una fase delicata, in cui scegliere i giusti profili per la stagione del definitivo rilancio, dopo il ritorno in Europa, quel che non serve è proprio una diatriba tra potenti, destinata a destabilizzare un ambiente ancora labile. Confermato Mazzarri, occorre pensare al campo, sopendo toni e polemiche.
"Quello che penso è che ci sia stato un malinteso. In realtà non ho mai fatto un dichiarazione in cui definivo il club non in salute. Quello che ho detto è che dobbiamo essere più sani. Questo è quello che ha detto anche Moratti. E per realizzare ciò dobbiamo aumentare i ricavi, perché quando si parla ad esempio del Premier League inglese, anche i ricavi dei club neo-promossi raggiungono i 110 milioni. E questi sono solo gli ultimi tre. Come facciamo a competere senza creare maggiori ricavi? Proprio di questo abbiamo parlato Moratti ed io. Dobbiamo far diventare il club sempre più in salute sotto quell'aspetto. Dobbiamo creare più ricavi, ma non perché l'Inter non sia in salute. Certamente se qualcuno attacca l'Inter io la difendo come ha fatto Moratti. Tutto quello che facciamo adesso è per essere uno dei club migliori che pagano tutti i giocatori, non abbiamo problemi nelle finestre di mercato. Abbiamo un dialogo positivo con le banche e con i nostri fornitori, con gli agenti. Questo è ciò che non è stato compreso di quanto ho detto riguardo ad avere un club in salute. Massimo Moratti ed io abbiamo una visione simile sul significato del termine in salute. Ripeto abbiamo bisogno di creare maggiori ricavi. Quindi non risarà alcun tipo di problema".
Nessuna rottura apparente quindi, qualche frizione, come normale che sia in un rapporto d'affari non facile. Thohir pensa al futuro, ringraziando Moratti, con rispetto, ma non ossequio. La nuova era non prevede accordi col passato. In questo Thohir e Moratti sono d'accordo. Il tempo delle spese folli è giunto al termine. Ora occorre aumentare i ricavi, attraverso lo sviluppo delle aree esistenti, la diffusione del marchio, uno stadio di proprietà. Allora, solo allora, si potrà procedere alla costruzione di un'Inter vincente, con nomi altisonanti e obiettivi definiti. Ad oggi serve una cessione illustre per completare un mercato comunque vivo. Berhami è a un passo, Guarin il nome eccellente sulla lista partenti.