Samir Handanovic è un taciturno, portiere di poche parole, ma di carattere. Nell'Inter della scorsa stagione è emerso spesso come salvatore. Fin quando è stato possibile, il gruppo si è aggrappato a Samir, ancora di salvezza, laccio di sicurezza in un mare in tempesta. Un goccio d'acqua nel deserto della distruzione, trasformatosi quest'anno in ricostruzione con l'avvento di Thohir e Mazzarri. Tanti gli estimatori, perché l'estremo difensore è ruolo complesso e i pezzi pregiati tra i pali sono merce rara. Sirene blaugrana addirittura per l'ex Udinese, che abbraccia però il progetto Inter, in fase di rilancio, allontanando la possibile partenza a giungo. "Chiunque sarebbe interessato alle lusinghe di un grosso club. Quel che è stato è stato. Non se ne è fatto niente. Io penso solo al presente e all'Inter. Sto bene qui. Il futuro? Mi vedo sempre all'Inter".
Non la miglior stagione di Handanovic quella in corsa. Sembra aver perso quell'aura di imbattibilità che lo ricopriva anche in un'annata fallimentare come la precedente. Questione di testa, più che di tecnica. Un periodo di appannamento plausibile. Al portiere non sono concesse amnesie, perché spesso ogni leggerezza si trasforma in gol subito. Non impeccabile nemmeno sul gol di Cuadrado, nella recente sfida del Franchi. Un errore che poteva compromettere una vittoria preziosa, poi sancita dallo spunto di Icardi "Del mio atteggiamento in partita sono contento, poi un errore può capitare. Lo prendo come altri gol che ho preso, ma non vado dietro a queste cose, penso già alla prossima partita. La vittoria di Firenze non significa ancora niente. Come tutte le vittorie ha dato un pò più di entusiasmo, ma non significa niente".
Una battuta anche sul mercato. A gennaio l'arrivo, prezioso, di Hernanes, mentre per giugno è in dirittura d'arrivo la trattativa con il serbo Vidic, in scadenza con il Manchester United "Quando arriva qualcuno di nuovo ci dà sempre entusiasmo. Anche se devo dire che accade più all'esterno che all'interno. Noi continuiamo a lavorare. Vidic non lo conosco personalmente, ma penso che la sua carriera parli per lui. Penso possa essere un bel rinforzo, ma non posso parlare dei giocatori che non sono attualmente nell'Inter".
Nessun commento invece sul cambio di proprietà, col passaggio di mano tra Thohir e Moratti "Io devo pensare solo a giocare e a onorare il contratto, non a chi è il Presidente. Questo cambio non ha influito sul mio lavoro. Io continuo a fare il mio dovere chiunque ci sia al comando".