Walter Mazzarri si accoda a Massimo Moratti. Dal mondo Inter si erge a gran voce un richiamo al neo Presidente Thohir. Soprattutto in un periodo di transizione, difficile, condizionato dagli altalenanti risultati ottenuti sul campo, è necessaria la presenza di una figura di riferimento. La distanza conta, eccome. Il tycoon, da Giacarta, segue le vicende nerazzurre tramite intermediari e uomini di fiducia, ma non è e non può essere la stessa cosa. "Se è meno facile rispetto ad altri non potersi appoggiare a una presenza... presente? Avessi la possibilità di sentire quotidianamente il Presidente sarebbe meglio, ma questa situazione per me è uno stimolo. Chi mi conosce sa che gestisco la rosa a 360°. Fra me e la proprietà c'è sintonia sulle linee guida: Thohir e io ci siam capiti, c'è stima reciproca e questo mi da forza per proseguire nel mio lavoro".
L'analisi di una stagione per certi versi più complessa del previsto, col difficile inserimento di giovani talenti, proiettati di colpo in una realtà ingombrante. "Quest'annata finora non è stata granché rispetto alla storia dell'Inter. Ci hanno dato fastidio gli ultimi risultati, rispetto a come eravamo partiti. Aldilà dell'ultima vittoria, recentemente non abbiamo viaggiato come pensavamo. Non è facile trovare la chiave per motivare i ragazzi e senza motivazioni la bravura e la tecnica non bastano. L'allenatore deve valorizzare la propria rosa con i giovani e i meno giovani. In una piazza come l'Inter i giovani devono imparare a capire che c'è una pressione e una responsabilità diversa. Guardate la Juventus che ha vinto gli ultimi due Scudetti: quanti giovani ha fatto giocare? Bisogna considerare poi che ci sono i valori: ci sono giovani fuoriclasse già abituati a certi valori e altri che vanno formati".
Infine un'analisi sul panorama calcistico italiano, in evidente difficiltà, e una battuta amara sul rapporto Inter - rigori. "Ridurre il numero di squadre e aumentare la qualità del campionato? Io sono d'accordo. A me piacerebbe poi che gli allenatori parlassero più di tattica che di argomenti che fanno sensazione. Bisognerebbe investire sugli Istruttori che possano portare in Serie A ragazzi già pronti. In Italia, però, questo tipo di mentalità è mancata, e da noi ci sono tanti giocatori bravi, ma siamo un pò provinciali e davanti a un ragazzo del settore giovanile che ha qualità importanti si ha sempre diffidenza. I calci di rigore che non ci danno? Siamo sfortunati.