Inter – Juventus non è mai partita come le altre. Stavolta non su un prato bagnato dalla pioggia d'inverno, ma attorno al tavolo, suadente, del mercato, lungo la Milano – Torino dei dubbi e dei ripensamenti. Un colpo di fulmine, un innamoramento lampo, poi pian piano il ripensamento e l'abbandono, fino al prossimo colpo di teatro. Resta in piedi, elettrizzante, quanto stucchevole, la trattativa Guarin – Vucinic. Dovevano emigrare verso lidi esteri, nella grigia Londra, di colpo si sono trovati immersi nell'ingorgo della massima serie, tra le bizze di due squadre che si odiano, ma sono costrette a trattare.
Difficile dire chi ci guadagni da uno scambio come questo. Guarin, oggi, è certamente più forte, per forza fisica e possibilità. Vucinic è il talento indolente, che ti fa arrabbiare, ma a cui non rinunceresti mai. Conte lo ha accomodato in panchina nella stagione dell'esplosione di Tevez e del rilancio di Llorente e il montenegrino ha fatto le valigie, volgendo il capo a San Siro, dove Mazzarri reclama qualità e maggior abbondanza in attacco. Stanco del Guarin altalenante di questo girone d'andata, ha scelto di privarsi del colombiano, indebolendo la mediana, ma arricchendo la trequarti. Tanti gli interrogativi. A un undici che può già contare su Kovacic e Alvarez, serve Vucinic? E da Torino, l'arrivo di Guarin apre alla cessione di Pogba? Difficili le risposte. Per quelle serve tempo, perché il mercato è lungo e dieci giorni possono capovolgere prospettive e impressioni. Perché alla fine chi ha detto che Vucinic – Guarin sia scambio che s'ha da fare?
I tifosi hanno già risposto. La Nord, che in passato aveva criticato l'operato Moratti, ha messo alla corda Thohir. Non si cede Fredy. Il presidente da Giacarta ha bloccato tutto e il clima da teso si è fatto surreale. Giocatori chiusi in albergo, nascosti, come criminali in attesa di giudizio. Visite mediche segrete, minacce di non presenziare all'allenamento in caso di esito negativo della trattativa. L'Inter, più della Juve, è uscita sconfitta come società. Ha ceduto le armi, a social e voci. Ha messo nel fango chi c'era, Guarin, e chi potrebbe arrivare, Vucinic. In mattinata si è tornati a trattare, sulla possibile parte cash in favore dell'Inter, poi Marotta e Paratici hanno preso la strada di Roma, verso la sfida di Coppa Italia. Ora pare che l'affare sia sul punto di saltare. Ha vinto quindi il popolo, che felice forse esulterà, senza rendersi conto che oggi, come ieri, ha perso l'Inter, in dignità, in società.