Bologna si risveglia ancora scossa e incredula per quanto accaduto allo stadio Dall'Ara durante Bologna - Napoli di domenica. Difficilmente qualcuno avrebbe potuto pensare che un gruppo di tifosi della curva Bulgarelli avrebbe fatto interrompere le note della canzone Caruso di Lucio Dalla, scelta dalla Società rossoblù per avvicinare le due tifoserie, pur di insultare, anche con cori razzisti, Napoli e i napoletani. Fatti incresciosi che, per quanto tutti continuino ad accostare a un ristretto numero di tifosi, non potevano passare inosservato e hanno già portato a conseguenze simbolicamente molto importanti per la città di Bologna.
Gianni Morandi, presidente onorario del Bologna, nella giornata di lunedì, ha minacciato di abbandonare la carica in quanto non si riconosce nell'atteggiamento adottato dai tifosi rossoblù: «Ieri allo Stadio di Bologna è successo qualcosa di inqualificabile e di cui mi sono vergognato - ha scritto il cantante emiliano sul suo profilo di Facebook-. Prima dell'inizio della partita sono comparsi striscioni intollerabili contro la squadra e la città di Napoli e mentre le note di Caruso con la voce di Lucio risuonavano nell'aria, una parte della curva dei tifosi rossoblù ha cominciato a fischiare. Non credevo che il tifo fosse degenerato a questo punto». Un atteggiamento che contrasta fortemente con la storia e la tradizione del tifo e della città di Bologna, famosa per la sua accoglienza soprattutto di tanti studenti che ogni anno affollano la città felsinea. Lo stesso Morandi ha voluto ribadire questo concetto, attaccando duramente chi domenica si è macchiato degli insulti razzisti: «Sono lontani i tempi quando lo Stadio di Bologna veniva preso ad esempio per la civiltà e la sportività del pubblico presente, che sapeva addirittura applaudire la squadra avversaria quando giocava meglio della nostra. Non so quanti fossero ieri quegli incivili - prosegue Morandi nella nota -, capaci di un simile comportamento, razzista ed offensivo. Spero fossero pochi, ma certamente io non mi riconosco in loro, che oltraggiano la figura di Lucio e insultano gli avversari con questa maleducazione deficiente».
Intervenuto a RadioRai, anche il presidente del Bologna, Albano Guaraldi, ha voluto condannare i fatti del Dall'Ara: «Ho sentito dei fischi sulle note della canzone del grande Lucio Dalla, ma sono sbagliati quegli striscioni contro Napoli. La canzone era un gesto distensivo ed è un peccato che l'iniziativa sia stata seguita dagli striscioni». Così come Morandi, anche Guaraldi non si riconosce nell'osceno spettacolo andato in scena tra gli ultras della curva Bulgarelli: «Non credo sia quello il pensiero vero del bolognese. Speriamo che non accadano più certe cose, ci daremo da fare per evitarle. Lo stadio deve essere un luogo di divertimento, dove la gente può scaricare le proprie tensioni senza danni».
Intanto, stando alle nuove regole sui cori e striscioni razzisti, la curva del Bologna è stata sospesa con la condizionale: una sorta di cartellino giallo per gli ultras, che alla prossima intemperanza vedranno chiudere il settore di stadio incriminato per almeno un turno.
Su nostra precisa domanda, in merito alle paventate dimissioni di Morandi, l'Ufficio Comunicazione del Bologna sottolinea che «al momento non c'è stato nessun passo ufficiale».
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