L'arrivo di Thohir è coinciso con un arrivederci lungo mesi alla vittoria, lontana parente delle ultime giornate con sole 3 affermazioni su 10 match. Una terribile coincidenza, forse, un ambiente distratto dal cambio di proprietà, probabile. Quel che è certa è l'involuzione della squadra e del gioco espresso nelle ultime settimane, in particolar modo nella fase offensiva: da miglior attacco ai soli due tiri in porta ieri in casa col Chievo, per quanto entrambi fossero gol regolari. In più, si prende gol spesso alla prima occasione: un alibi da un certo punto di vista, un'aggravante dall'altro. Ed il rapporto complicato con gli arbitri non aiuta...
NESSUNO INNOCENTE, TUTTI COLPEVOLI - Alle radici del calo interista sicuramente bisogna ritornare all'exploit iniziale, che aveva portato a facili entusiasmi e all'illusione di una squadra molto meno competitiva di quanto dicessero i risultati di inizio stagione. Col tempo sono emersi tutti i limiti della rosa, cortissima nei reparti nevralgici, per incompetenza dirigenziale e per infortuni cronici. Su tutti, i due attaccanti: mai avuti a disposizione Icardi e Milito, un handicap non da poco, che però si aggrava della situazione-Belfodil, strapagato e preferito ad un Cassano forse troppo facilmente scaricato. La difesa, che col tempo ha capito di non poter più fare affidamento sull'elegante ma inaffidabile Ranocchia: molto più utile il non bellissimo ma rude Rolando, che dovrebbe essere riscattato a fine stagione dal Porto.
Il centrocampo è un rebus: mediocri Kuzmanovic e Taider, alterni Alvarez e Guarin, enigmatico Kovacic. Poche certezze e tanti punti di domanda: dove schierarli, quali compiti affidar loro, in quale sistema di gioco ed al fianco di chi. La concretezza del gioco di Mazzarri si scontra con tutti questi dubbi, ma se dobbiamo trovare il meno colpevole della complicata situazione che oggi vive l'Inter, quello è senza dubbio il tecnico toscano. ben al di sopra delle aspettative ad inizio stagione, in linea con le possibilità della rosa alla fine del girone di andata: quinti, dietro Juve, Roma, Napoli e Fiorentina, tutto come previsto. Se un miglioramento potrà essere fatto, certo non sarà talmente drastico da agguantare la zona-Champions, anche perchè sul mercato Thohir è stato chiaro: vendere per comprare. Un'affermazione capace di far mugugnar ei tifosi, che iniziavano a farci la bocca, con l'arrivo del tycoon indonesiano.
Ma occorrerà aspettare giugno, forse, perchè dalla Presidenza Moratti ad oggi nulla sembra essere cambiato, anche negli uomini che il mercato lo gestiscono. In molti a fine anno lasceranno, quasi tutti i senatori: un'altro problema da risolvere, forse solo con la scadenza dei rispettivi contratti. Infine, il discorso arbitri: è innegabile che alla squadra di Mazzarri siano venuti a amncare diversi punti a causa di errori dei giudici di gara: non tali da proiettare l'Inter in posizioni di classifica dorate, ma a sufficienza per rendere ancor più delicata la situazione alla Pinetina.
Più che una rivoluzione, una restaurazione: in attesa di vedere i primi fiori sbocciare con la nuova estate, per ora non resta che sperare di perdere meno foglie possibili da un albero via via sempre più spoglio.