Fallimento. Di Tutti. Nessun escluso. Assenza di programmazione; carenze tecniche e tattiche, grande confusione ai piani alti. Ma come sempre a pagare è l’allenatore. Come Tabarez, Zaccheroni, Terim, Allegri paga non solo per colpe sue. Quella di ieri doveva essere la prima trasferta del 2014 per Max, con ancora 4 mesi di contratto, ed invece è stata l’ultima. Una sola vittoria in trasferta, a Catania, più quella di Champions a Glasgow; 22 punti su 57 dopo 19 giornate di campionato.
I miracoli già accadono difficilmente, e nel calcio ancora più di rado, ma l’allenatore livornese nella scorsa stagione era riuscito a moltiplicare i punti, contro pronostico, con una squadra privata dei migliori giocatori in estate. Quando vedi cambiare tre portierti; quando provi 5/6 coppie difensive per trovare la migliore; quando a sinistra puoi scegliere tra Constant ed Emanuelson. Quando a centrocampo in 2 anni perdi Pirlo, Gattuso, Ambrosini, Seedorf, Van Bommel, Flamini, Boateng e li sostituisci con Nocerino, Muntari, Poli, Traore, Birsa è inutile pensare in grande; è inutile sperare in un ennesimo miracolo. Perché per vincere servono una grande società, dei grandi giocatori ed un buon allenatore. La prima è stata fondamentale per tutti i successi ottenuti negli ultimi 30 anni anche se, nell’ultimo decennio, la società ha utilizzato il club come propaganda elettorale ed i giocatori migliori sono arrivati in concomitanza con elezioni o processi vari.
Entrato a far parte dell’eredità della figlia più piccola, Barbara, il club è stato sventrato anche nel suo punto più forte: la comunicazione. Prima perfetta, ermetica, poi piena di spifferi, costretta a smentire tutte le fughe di notizie che quotidianamente davano titoli e titoloni ai media. Ma soprattutto l’errore più grave è stata la gestione del caso Allegri in estate. Con un anno di contratto ancora a disposizione il tecnico aveva trovato un accordo per allenare la Roma nella stagione successiva. Tutti ad aspettare quindi il cambio di allenatore. Seguono riunioni fiume ad Arcore tra la proprietà, la dirigenza e lo stesso Allegri. Alla fine il tecnico resta a Milano. Gli avranno allungato il contratto? Assolutamente no. Quindi tutti in vacanza già sapendo che la stagione sarebbe iniziata con un allenatore sfiduciato dalla proprietà e dai giocatori che, in ogni intervista, parlavano del tecnico livornese come di un padre. Brutti segnali.
Poi, a qualificazione Champions ottenuta, Allegri ai media annuncia che seguirà il resto della stagione dal divano di casa sua. Ma scherza. Ormai la prende con filosofia, forgiato dai tre anni precedenti in cui il presidente Berlusconi gliene ha dette di tutti i colori, compreso che è una testa de c… L’unico a difenderlo è Galliani. Per questo bisogna ridimensionare l’operato del più grande dirigente del calcio italiano che, avrà pure commesso degli errori in 28 anni ma resta sempre il punto di riferimento per tutto il mondo Milan. Cosi’ Galliani viene messo sulla graticola; con lui anche Ariedo Braida, che sarà il primo ad andarsene nel mese di Dicembre. Galliani resta, per il momento, sulla poltrona di vice presidente ed AD ma dovrà dividersela (fino a giugno) con Lady Barbara.
In estate va ricordato che i tifosi del Milan non erano rimasti a guardare (come nella stagione precedente quando senza dire nulla accettarono le partenze di Thiago Silva e Ibrahimovic) esponendo striscioni per consigliare, aiutare la società, avendo capito a cosa si andava in contro. Come detto i miracoli non sempre accadono. "Prendete un difensore, ne abbiamo bisogno". Arriva Matri per sostituire il convalescente Pazzini. Si punta Honda, ma per gennaio, perché 4 milioni di euro sono troppi. Arrivano gratis Poli, Birsa, Vergara e Silvestre. Ecco i rinforzi che hanno convinto Allegri a restare al Milan. Il resto è storia recente. Risultati altalenanti, tanti infortuni, gioco lento, prevedibile, senza schemi. Il Milan centra gli ottavi di Champions, come unica italiana, mentre in campionato è lontanissimo per punti e qualità di gioco da squadre effervescenti come Juve, Roma, Napoli e Fiorentina. Milanello non è più l’isola felice di qualche tempo fa e lo capisce anche Ricardo Kakà, che una volta tornato nella sua vecchia casa ha capito che presto avrebbe trovato inquilini diversi. Chissà cosa avrà pensato Honda, a cui hanno presentato Galliani ed Allegri ma che presto conoscerà il nuovo allenatore ed il futuro direttore sportivo. Lavori in corso? No. Pericolo di slavine. Questo il cartello presente all’ingresso di Milanello.
Allegri tornerà a Livorno e tra qualche mese potrà andare in barca e rilassarsi dopo uno scudetto, un secondo ed un terzo posto ma anche tante figuracce europee. Tassotti fino a mercoledi’ per la partita di Coppa Italia, poi quasi certamente Seedorf, designato dalla proprietà come il nuovo tecnico. Si ripartirà con tanti dubbi e poche certezze per salvare una stagione fallimentare.