Giugno e il colpo di spugna definitivo. L'ultimo scacco all'Inter del passato. Sarà nel primo mercato estivo firmato Thohir, che le residue mura del triplete lasceranno la Milano nerazzurra. Da quel momento partirà definitivamente il nuovo corso, smembrato dal ricordo del recente passato, trasformatosi, col passare degli anni, da simbolo di dominio a peso ingombrante. Ben dieci le posizioni al vaglio della dirigenza. Ben poche le conferme, tanti gli addii. L'Inter ripartirà da tre certezze, una per reparto. Palacio non è più giovanissimo, ma è un simbolo. Garantisce impegno, sacrificio, gol. Imprescindibile anche a trentuno anni suonati il Trenza. Juan Jesus è giovane, altalenante, ma ha un futuro. Pronto per lui un adeguamento, come per Alvarez. L'argentino è la sorpresa della prima Inter di Mazzarri. Da agnello spaurito a leader. Metamorfosi complessa da spiegare.

Diverso il discorso per il resto della colonia bianco-azzurra presente alla Pinetina. Samuel e Milito sono i casi più complessi. Hanno scritto pagine leggendarie, ma ora sono costretti a piegarsi a età e infortuni. Il Principe è pronto al rientro, scalpita in vista della sfida dell'Olimpico. Ha poco tempo per riconquistare piazza e compagni. Dall'integrità dell'uomo del Bernal dipende il mercato, offensivo, dell'Inter. A fine anno potrebbe scegliere di chiudere la carriera al Racing, in un calcio meno esigente, vicino a casa. Con lui, sullo stesso aereo diretto in patria, Walter Samuel. Il Muro, rientrato dopo il terribile infortunio dello scorso anno, ha giocato, titubante, sprazzi di partite, prima di fermarsi ancora una volta. Difficile trovare continuità e fiducia. Non è più indispensabile. Zanetti ha sfondato, come consuetudine, in una carriera leggendaria, ogni record. Ha bruciato le tappe e sconfitto la malasorte. Lo stop, in lacrime, la ripartenza, col tendine d'Achille perfettamente a posto. Il campo ha però emesso un verdetto impietoso. Nel derby il capitano ha visto scorrere le quaranta primavere a ricordargli come l'eternità non sia di casa nel calcio frenetico di oggi. Non lascerà l'Inter, di cui è parte, ma è atteso a un ruolo dirigenziale. La situazione più complessa è quella di Cambiasso. Ansimante con Stramaccioni, ha scosso la ruggine e rispolverato una versione antica con Mazzarri. Prezioso per intelligenza e senso tattico. Utile anche nel futuro. Se accetterà una sensibile riduzione dell'ingaggio, resterà nerazzurro.

Nostalgia e tristezza si innalzano prepotenti volgendo lo sguardo a Christian Chivu. Moratti, in passato, ha sempre apprezzato lo stile del giocatore, ancor più quello della persona. L'avventura sembra però al capolinea. Il campo resta lontano, l'infortunio un mistero. Un problema al piede che sembra non aver soluzione. Le parti si parleranno, ma il divorzio è nell'aria. Il talento di cristallo del romeno è pronto a sbarcare in altri lidi.

La sorpresa, positiva, è invece Rolando. Giunto in sordina a Milano, dopo l'esperienza rivedibile, con Mazzarri, al Napoli, ha stupito. Poche parole, molti fatti. Una personalità importante. Ha convinto tecnico e tifosi e ha spodestato il più quotato Ranocchia al centro della difesa, tanto che l'Inter, ora, pensa a riscattare il calciatore di proprietà del Porto, cedendo a laute cifre l'azzurro.

Non solo vecchie glorie e titolarissimi nel campo partenti di casa Inter. Mudingayi sarà utilizzato come pedina di scambio. Rientrato da poco, piace a diverse squadre di media classifica in Serie A. Mariga in nerazzurro non ha mai convinto. In un perenne via vai tra Parma e Milano, il gigante del Kenia pare pronto a lasciare definitivamente il suo attuale club. Castellazzi, ormai relegato al ruolo di terzo portiere da Carrizo, non vedrà rinnovato il contratto, mentre Wallace, ancora acerbo, rientrerà al Chelsea dopo il prestito.