Da Palacio a Balotelli. Da un campione a un predestinato in attesa di attestato. Il derby è fatto di momenti, attimi, istantanee. Raccontare di un bel derby sarebbe stropicciare la realtà. Diciamocela tutta è stato uno spettacolo deprimente. Di lotta e di fango. Botte e conquiste quasi da palla ovale. Alt, della palla ovale mancava il fair play. Trovare di buono è sinceramente difficile, ma poca illusione albergava nella Milano vestita a festa per la stracittadina dell'orgoglio. Il centrocampo è il fulcro di ogni squadra, il cuore pulsante. Inter e Milan han scelto di trincerarsi in egual misura con sei interditori. Zero qualità. La bollicina di champagne posta poco più avanti da Allegri ha avuto l'effetto di un'alzata di sopracciglio, poco più. Saponara ha un futuro, basta puntarci.
Palacio è l'opposto di Balotelli. Non sono necessariamente il buono e il cattivo, il bello e il brutto. Hanno scelto modi diversi di interpretare il mestiere più bello del mondo. Rodrigo corre, si allena, lotta, si sacrifica, in silenzio. Mario è il figlio della nuova generazione. Cresta e cinguettii. Con una fortuna in più, rispetto ai ragazzi di oggi, un talento con pochi eguali in Europa. Abbina tecnica e forza, è la speranza azzurra nel caldo sudamericano. Eppure, guardandolo, lascia sempre qualche sospetto. L'idea di una macchina con illimitate potenzialità, che si accontenta di procedere a regime ridotto. I segnali incoraggianti delle ultime settimane sono di colpo stati cancellati in una sfida, soprattutto per il Milan, senza domani. Ora la distanza dai cugini è di 12 punti. In parte è la stessa segnata da Palacio e Balotelli. Un attaccante che si riveste centrocampista, per coprire le mancanze di una squadra annebbiata da carta d'identità, Cambiasso – Zanetti, e scelte discutibili (Kovacic out). Come d'incanto Rodrigo esplode, quando entra Icardi, quasi a sottolineare cosa sarebbe con un riferimento a fianco. Linfa vitale. Ma lo fa senza scuotere il capo, non accennando alla minima polemica. Si esalta ed esalta nelle sfide più difficili. Lì dove si vede un campione. Balotelli aspetta invece al sole dell'area di rigore. La palla buona da scaraventare in porta, per mostrare muscoli e numeri. Ma il calcio, che è sport complesso, ma talvolta semplice, non è racchiuso solo nei numeri. Il calcio, lo sport, ha una sua logica. La logica dell'impegno e del gruppo. Quella che ti porta oltre le capacità individuali, oltre i limiti di madre natura. Balotelli è più forte di Palacio, ma oggi chi sceglierebbe Super Mario al cospetto del Trenza?