Fulmine a ciel sereno. La settimana del derby si apre nel modo meno atteso. Napoli e il San Paolo, la sconfitta e gli strascichi, pesanti. La notizia è di oggi e si incunea in un'annata difficile dal punto di vista di curve e stadi. La discriminazione territoriale, spesso frullata insieme ai semplici sfottò da stadio chiama altre vittime. Nerazzurri senza Curva Nord per due partite. Quella contro il Milan, l'ultima dell'anno, prima della pausa natalizia, e quella contro il Chievo di gennaio.
"Ripetuti comportamenti denigratori di origine territoriale", puniti in sostanza i cori, reiterati, rivolti a Napoli, alla città e ai tifosi,durante l'ultima trasferta. Con l'Inter decadono anche le Curve di Roma e Lazio, in un fenomeno ormai incontrollato che aveva visto in precedenza vittima anche la Juventus, punita addirittura per le urla di bambini raccolti allo Stadio in segno di festa. Salta quindi un fattore importante. Il derby della Madonnina, da sempre teatro di spettacolo non solo in campo, ma soprattutto sugli spalti, in una sfida tra coreografie, capaci di avvicinare l'arte, vede come malamente storpiato il suo quadro di presentazione. All'ingresso il colpo d'occhio non potrà essere lo stesso. Qualcosa mancherà e l'assenza sarà pesante.
Ancora una volta ritorna il problema di un giudizio, di una regola dai contorni imperfetti, lasciata al caso e all'interpretazione. L'esigenza di tutelare e cancellare la discriminazione ha portato a una deriva contraria, all'attacco a ogni forma di tifo, limitando, reprimendo comportamenti sì ineleganti, ma spesso non certo discriminatori. Un altro colpo si aggiunge quindi alle assenza di Alvarez e Montolivo, squalificati e fuori causa per il derby. Anche San Siro paga pegno, soprattutto paga lo spettacolo.