6 gennaio 2013 - Berardi espulso, Giovinco trasforma il rigore. Sembra la classica partita indirizzata sui binari del più forte. La Juventus di Conte controlla allo Stadium una Sampdoria ridotta in dieci e sotto nel punteggio. Fino all'avvento di un ragazzo non ancora ventenne, spavaldo, segnato dal talento. Due gol di Icardi stendono la Vecchia Signora e fanno infuriare Conte. Buffon si inginocchia al giovane argentino.
14 settembre 2013 - Inter - Juve. Il nuovo corso Mazzarri parte con poche certezze e molti dubbi. Resta da trovare quell'identità tattica persa lungo l'arco stramaccioniano. Il tecnico di San Vincenzo non rischia. Si copre al cospetto dei campioni. Dentro il neo arrivato Taider, uomo di corsa e quantità. Palacio, isolato, con Alvarez a far da collante. A metà ripresa, col punteggio ancora bloccato, capisce che è il momento di provare una mossa più azzardata. Entra il ragazzone di Rosario, che al primo pallone fulmina Buffon col destro. Finirà 1-1, perché Vidal punirà le amnesie di un'Inter ancora in costruzione.
Non l'ultimo sigillo del Mauro nerazzurro, capace poi di ripetersi a Trieste col Cagliari. Mai dall'inizio, sempre a partita in corso. Due le principali motivazioni. Questa Inter non è ancora in grado di sopportare il peso di due attaccanti veri e propri. Figlia di un passato difficile, deve ancora crescere mentalmente e tatticamente, aldilà di evidenti progressi. Il secondo tema è di natura fisica. Icardi non ha mai raggiunto il top della condizione, bloccato da un'ernia inguinale, che lo ha costretto all'operazione nei primi giorni di novembre.
Da allora voci e sussurri. Una vita non morigerata e il genio a lasciar posto a pagine e titoloni. Gossip, amicizie, problemi. L'Inter non ha apprezzato, perché ha investito, e non poco, sul giocatore. Un predestinato, che rischia di perdersi lungo la via della consacrazione. Dall'Argentina sono balenate voci di problemi con l'alcol, prontamente smentite dall'agente. In Italia impazza la querelle con l'ex amico Maxi Lopez. E il campo? Lì, nel suo habitat naturale, si è visto poco. Quel poco ha colpito e entusiasmato. Ma non basta. Un campione è fusione di classe e testa. Non per niente Thohir, pur restando al di fuori della questione, ha sottolineato come anche il comportamento sia parte integrante di un giocatore. L'esempio Zanetti deve valere per tutti, soprattutto per i più giovani, che, per quanto forti, rischiano di bruciarsi nel cammino, lastricato di insidie, che porta alla gloria.
Resta che questa Inter non può prescindere dal recupero dell'ex doriano. I problemi fisici e anagrafici di Milito tendono a ripetersi con preoccupante continuità e il principe par pronto al ritorno in Argentina, a casa sua, al Racing Avellaneda. Belfodil non ha convinto e potrebbe essere ceduto in prestito nella finestra di gennaio. Palacio corre per tutti, ma chiederglielo sempre sarebbe sacrilegio, perché significherebbe offuscarne la concretezza. Quindi resta Mauro, quello vero. Quello che, entra, segna e esulta. In campo.