Parlano i tifosi, parla la curva, che aspetta, come tutto il popolo nerazzurro, l'evolversi degli eventi. Accoglie Thohir, punzecchia Moratti. Non rinnega la scelta di quegli striscioni, figli di anni di successi, ma pregni di sofferenza. Tra la notte di Madrid e il buio pre-calciopoli. L'epopea Mourinho e la miseria Stramaccioni. Moratti resta l'Inter, ma non è esente da colpe e il pubblico non dimentica. Ricorda gli screzi e l'oblio, anche nel giorno dell'addio. Piace Thohir, ma i conti saranno fatti in seguito "Per il momento abbiamo sentito molte dichiarazioni di facciata, ma non sappiamo come andranno le cose. Il discorso delle grandi potenzialità economiche che ha questo gruppo è positivo, ma non conosciamo Thohir. Siamo comunque fiduciosi, perché se Moratti lo ha scelto vuol dire che è persona affidabile."

Poi un monito al magnate e il colpo, forte, a Moratti "L'Inter è una famiglia particolare, alla quale non bisogna far avvicinare chi ha brutte intenzioni. La curva è il cuore pulsante dell'Inter. Quella con Moratti è stata una storia di alti e bassi. Forse non è mai esploso l'amore, ma gli abbiamo voluto bene, e se un giorno ritornasse, senza aver intorno certe persone, saremmo felici". Queste le parole riportate dal Corriere dello Sport.

L'attacco quindi al presidente-tifoso. Al padre che, benevolo, ha lasciato la sua creatura non sempre nelle giuste mani. Amore, odio, un rapporto intenso. Un rapporto lungo 18 anni. Destinato a continuare, probabilmente non con Massimo.