Campioncini. Una sorta di cantera nerazzurra esportata in amaranto. Spinelli si gode i “regali” di Moratti e osserva i talenti di casa Inter emigrati a Livorno, alla vigilia della sfida proibitiva di San Siro. Impossibile non partire da Bardi. “Mi ricorda il primo Buffon” le parole del presidente. Un predestinato, leader dell'Under 21 di Di Biagio. Una pianta da coltivare in attesa del grande salto. Non per niente l'Inter, prima della cessione a Thohir, dei proclami di Roeslani, dei soldi di marca indonesiana, aveva ipotizzato di privarsi di Handanovic, lusso dell'Inter morattiana, in riserva economica, per far cassa e puntare sul fiore all'occhiello della Primavera. Poi la grande cessione, il nuovo progetto e la partenza, rigorosamente in prestito, del portierone ex Novara. “Bardi ha grandi potenzialità, ogni settimana ci sono osservatori di Manchester United e Manchester City” prosegue Spinelli. L'Europa osserva, perché i grandi portieri sono merce rara. Se giovani e pronti, roba da stuzzicare palati ricchi e fini.

Bardi, ma non solo. Duncan e Mbaye sono le rivelazioni del Livorno di quest'anno. “Duncan lo ho voluto fortemente e ora sta trovando la migliore forma. Ausilio mi disse cedendomi Mbaye – Vedrai che giocatore ti presto – E aveva ragione” Sorride Spinelli, uomo di calcio, all'idea di veder crescere fiori pregiati. Sa che un giorno lasceranno la piazza di provincia, per lidi dorati. Duncan e Mbaye, dall'esordio in nerazzurro alla presenza fissa in un undici di Serie A. Forza fisica straripante il ghanese. Fisico slanciato, duttilità il senegalese. Nato terzino, esterno, e lì utilizzato da Nicola. All'occorrenza diga davanti alla difesa. Lì lo aveva reinventato l'Inter lo scorso anno.

Si è perso un po' per strada Marco Benassi. Lanciato da Stramaccioni nella sua Inter spaesata e priva di identità, poi riposto in naftalina, lungo una stagione di interrogativi ed errori, dubbi e paure. Ora cerca posto a Livorno, con la consapevolezza di dover ripartire. Cancellare l'effimera gloria di San Siro e ricostruire, in una realtà meno ingombrante, quella corsa, quel dinamismo, quell'intraprendenza che avevano colpito anche la Milano esigente.

Manca poco anche al rientro di Ruben Botta. Acquisto raffinato del mercato nerazzurro. Strappato al Tigre, teatro delle meraviglie del giovane argentino, poi colpito dal pesante infortunio e ora sulla via del recupero. Parcheggiato a Livorno, per testarne condizione e crescita, risparmiando preziose caselle alle voce extracomunitari. Ci conta Spinelli sull'imprevedibilità del trequartista, soprattutto ci conta l'Inter.

Giovani e affamati. In rampa di lancio. Svettare a Livorno per consacrarsi alla corte di Mazzarri. “Il migliore che ho avuto” dice Spinelli. Sperando che poi a fare uno scherzetto all'Inter non sia proprio l'ex dimenticato. Luca Siligardi rientra dopo la squalifica e prepara lo "scippo", in coppia con Paulinho, alla sua ex squadra.