L'Inter avrà un nuovo proprietario, forse da subito un nuovo Presidente: sicuramente, nuove ed originali idee. Perchè nel Paese dall'età media vicina agli 80 anni, dei molteplici mandati al governo e del termine "dimissioni" ormai abolito dal dizionario italiano, il 43enne Erick Thohir sembra provenire da un altro pianeta, con le sembianze del nuovo Steve Jobs made in Indonesia. Lui arriva da una nazione giovanissima, dove passati i 40 ci si sente già anziani: 28 anni la mortalità media, in un Paese più noto per il sottosuolo tremolante che per i milioni dei pochi e fortunati ricchi. Thohir si racconta ai microfoni di Sky Sport, in esclusiva, presentando le origini della sua famiglia, del proprio successo ma soprattutto le sue idee.
CHI SONO I THOHIR: E PERCHE' - Chi: il padre Teddy entrò nell'Astra Corporation nel lontano 1968, diventandone co-proprietario negli anni successivi. Dall'anno dei moti rivoluzionari in Italia, migliaia di chilometri lontano si espandeva l'impero ed il marchio Thohir. "Il gruppo Thohir pone le sue radici, prima nell'ambito delle miniere di carbone e poi mio fratello Garibaldi, nel '93, è tornato dagli Stati Uniti e rappresenta la famiglia nelle situazioni istituzionali. Quando mi sono laureato sono tornato dagli States, ho aiutato la famiglia dal 2001 e ho detto che avrei voluto iniziare a lavorare nei media, un ambito che mi piace e dove non sento fatica, grazie alla passione. Per questo, quando mio padre e mio fratello mi hanno chiesto in che tipo di business avrei voluto fare, mi hanno sostenuto: abbiamo comprato Republika, che stava morendo, ma col mio team lo abbiamo riportato in salute ed . Ora del gruppo fa parte anche una tv, da lì ho capito che voglio investire anche in una radio".
Lui, Erick, ha cambiato decisamente strada: non solo media, ma sport, la sua più grande passione. "E' venuto dopo, con una storia simile: i Suthria Mudha sono tra i più forti in Indonesia, dal '99 al 2008 abbiamo vinto otto campionati. Poi abbiamo preso quote dei 76ers in NBA, poi i DC United e ora spero di fare un buon lavoro anche con Moratti". Ciò che più colpisce del personaggio, è la fermezza delle idee, per quanto coraggiose (stando alla nostra retrograda mentalità) ed innovative. Spinte da un comune denominatore, che lega ogni esperienza intrapresa da Thohir e mutata poi in successo: la passione. "Ti guida ma non basta: devi puntare l'obiettivo per andare avanti ovunque, anche col business. Ed anche questo non basta: bisogna essere creativi. Devi aggiornare le tue conoscenze per competere, altrimenti perdi".
ERICK E L'INTER: DI MORATTI, MA ANCHE DI FRESI - L'umiltà del tycoon indonesiano è tutta nel concetto di partnership, spesso nemica dell'egocentrismo e dell'orgoglio dei padri-padroni. Ecco come la pensa Thohir: "Mio padre Teddy mi ha insegnato una cosa: aver partner è buona cosa, per correggersi a vicenda, perché nessuno è perfetto. Quando credi troppo in te stesso, fai degli errori. Nella vita bisogna andare per piccoli passi, questa è la nostra filosofia e per questo abbiamo partnership in tutti i business". Inevitabile un commento su Moratti, per quanto sia restio a sbottonarsi sul mondo-Inter ed i suoi protagonisti, almeno sino al closing fissato per il prossimo 15 novembre: "Ad oggi non ho ancora parlato con Moratti e con il tecnico dei giocatori che dovremo comprare o prendere in prestito. Non li ho neanche incontrati, con Mazzarri ci siamo solo detti "ciao".
Credo che proprietario e management debbano lavorare insieme, non è giusto che dica 'prendiamo questo o quello', non abbiamo ancora definito il programma per i prossimi tre-cinque anni. Per questo dico che molti dei rumors non sono veri, non ho ancora detto niente. Chiaro: guardavo l'Inter e dico che mi piace, mi diverte. Ciò che Mazzarri sta facendo è eccellente, come il lavoro di Moratti. Io ho le mie opinioni e, guardandoli, ho detto che servirebbero altri giocatori sulle fasce. Ci sono solo Jonathan, Nagatomo, Pereira. L'importante è trovarci d'accordo, maggioranza o minoranza non è importante: ci sediamo ad un tavolo, troviamo insieme le soluzioni per i prossimi tre-cinque anni".
I tifosi con lui sognano, magari colpi alla Bale (possibilmente a cifre congrue e morali), e anche su questo punto Thohir e chiarisce la sua filosofia: ""C'è sempre la via di mezzo tra comprare e investire. Le cose possono andare male e poi bene, l'importante è dare un'impronta precisa. Io penso sempre quando costruisco una squadra e dico che il settore giovanile deve essere forte per crescere ottimi giocatori. La squadra deve avere equilibrio, quindi quando si comprano giocatori da altre squadre devono essere funzionali. Questo modello sta funzionando a lungo, quello in cui credo, ma devo lavorare insieme a Moratti, al mister ed a chi cura il settore giovanile. E' il modello che funzionerà in futuro".
L'appeal in Indonesia della Serie A è alto, da anni le nostre partite vengono trasmesse nella nazione del prossimo proprietario neroazzurro, per quanto negli ultimi anni abbia assistito inerme al sorpasso a tutta velocità della Premier League. "Credo che la A si riprenderà se i club lavoreranno insieme per competere con Premier e Liga. Questo è quel che hanno fatto in MLS, in America". L'ultima battuta è sulla storia dell'Inter, la cui conoscenza è" pari a zero se messa a confronto con quella di un tifoso interista", ma non manca di sorprendere anche qui, con nomi impensabili ma che dimostrano profonda competenza ed un pizzico di furbizia: "Conosco tantissimi giocatori dell'Inter del passato ma sarebbe facile dire Baggio, Ronaldo, il trio tedesco... Le persone si ricordano di loro ma io anche di Ventola, giovane che ha aiutato l'Inter in passato. Salvatore Fresi, Oba Oba Martins, che era la terza scelta ma anche lui ha aiutato l'Inter. Anche un gol basta per aiutare il club".