E' la partita delle occasioni. Della cattiveria. Della fortuna che si può chiamare anche determinazione. Di quella voglia di cogliere tutto ciò che ti si presenta. L'Inter di questa sera è tutta qui. Quella dea bendata che sembrava averla abbandonata contro il Torino ha bussato questa sera alla sua porta. E se la buona stella decide di illuminare il tuo cammino spetta a te concretizzare quanto di buono potrebbe accadere. E' stata un'Inter audace. E non è sbagliato ridurre 90 minuti anche a questo. Alla spavalderia, alla cattiveria, alla prontezza di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Non è una qualità che può essere sottovaluta. Di certo ha giocato anche bene, non lo si esclude. Ha pressato, si è involata sulle fasce con una facilità ritrovata, ha anche chiuso bene in difesa nonostante qualche incertezza di troppo. Certo, se non si verificassero più quei venti minuti di buio che, per ben due volte, hanno rischiato di riaprire la gara sarebbe il massimo. Ma il cammino è lungo, ci sta arrivando.
Ciò che conta è che i tre punti sono arrivati. L'Inter è cattiva e riesce a segnare. Quella vittoria che mancava dal 26/09, dal 2-1 contro la Fiorentina, è tornata dopo un mese esatto di digiuno. Dopo i due pareggi con Cagliari e Torino e l'intermezzo disastroso con la Roma, l'nter riprende il cammino interrotto. Agguanta il quarto posto a quota 18 proprio a scapito del Verona. Ai nerazzurri questa sera va tutto per il verso giusto. Alvarez, in campo dal primo minuto, gioca un'ottima partita. La sua intesa con Nagatomo sulla fascia sinistra è devastante e crea non pochi problemi in copertura al povero Cacciatore, di gran lunga uno dei peggiori. Cambiasso segna e gioca una partita generosa. Palacio è impagabile. Segna e non solo, recupera soprattutto una miriade di palloni, ancora. E' l'uomo del sacrificio, colui che fa reparto da solo. Non brilla Kovacic che non sembra essere in condiziione e Ranocchia timbra un'altra prova opaca.
Mandorlini può recriminare ai suoi di essere partiti impauriti, quasi smarriti. Non è il Verona che ci eravamo abituati a vedere in questo inizio di stagione. E' stato un Verona intermittente, galvanizzato al momento dei gol, assente e poco incisivo nel resto della partita. Grande difficoltà di controllo sulle fasce e centrali di difesa davvero in ombra questa sera. C'è però sempre più una certezza, si chiama Luca Toni. Decisivo su entarmbi i gol, lotta e combatte su ogni pallone. Se lasciato solo diventa una spina neel fianco. La fisicità lo aiuta ma Ranocchia è spesso in sofferenza al suo cospetto. Il campionato è lungo e una battuta d'arresto non può cancellare quanto di buono fatto fino ad ora.
La prima partita in casa da ex presidente di Moratti non poteva dunque finire meglio.
PRIMO TEMPO L'Inter parte subito forte tanto che impega solo dieci minuti per trovare il vantaggio. E la fortuna fa il suo primo regalo. Moras ci mette lo zampino. Sugli sviluppi di un corner battuto da Cambiasso, infatti, Jonathan prova il destro al volo. Il tiro sarebbe destinato a spegnersi sul fondo se non fosse per la sciagurata deviazione del difensore scaligero che beffa Rafael e regala il vantaggio ai nerazzurri. Non finisce qui. Passano due minuti e i padroni di casa raddoppiano. E' il 12'. Ancora un rimpallo. Questa volta è Palacio a trovare la porta dopo la respinta di Jorginho sul tentativo di Guarin. 2-0 in dodici minuti, la partita sembra chiudersi qui. L'Inter domina il campo, il Verona appare atterrito, in completa balia dell'avversario.
Gli scaligeri non trovano varchi per le vie centrali e sulla fascia sinistra subiscono l'intesa Alvarez-Nagatomo. Mandorlini esorta i suoi a ritrovare la concentrazione. Al 26' Toni svetta più in alto di tutti ma il suo colpo di testa finisce alto sopra la traversa. E' il primo segnale. Alla mezz'ora si risvegliano infatti dal torpore e trovano il gol che riapre il match. E' perfetta la sponda di Toni per Martinho che, indovinando un sinistro, batte Carrizo con facilità. E' il 2-1 della speranza per gli ospiti che per otto minuti tengono in scacco i nerazzurri. Mazzarri non ci sta e chiede ai suoi di riprendere le fila del gioco. Basta chiedere e al 39' Cambiasso indovina il gol del 3-1. L'argentino ribadice in rete un tocco di Palacio su un destro a giro di Nagatomo stampatosi sul palo. E' il quarto gol ed è solo il primo tempo. Non c'è recupero, si va negli spogliatoi con l'intern avanti di due reti.
SECONDO TEMPO L'Inter rienta in campo e suona ancora la carica. Chi si aspettava una reazione del Verona sarà rimasto deluso. Al 57' si chiude la partita. Un corner all'apparenza innocuo di Cambiasso si trasforma nel quarto gol per i nerazzurri grazie alla prontezza di Rolando che trova la deviazione vincente da due metri. Mazzarri fa rifiatare Palacio e Cambiasso, Mandorlini richiama Donati per Donadel. Ma nulla cambia.Al 71' però l'Inter allenta la tensione e il Verona punisce con il gol del 4-2. Toni, ancora lui, trova Romulo che batte Carrizo con il sinistro. Mandorlini ora ci crede, inserisce anche Cacia e Gomez e prova il tutto per tutto. Non c'è più tempo però. Due gol sono troppi da recuperare. Finisce con il poker nerazzurro che segna e ritrova i tre punti. Il quarto posto è suo.