Erick Thohir si racconta in una lunga intervista a “La Repubblica”: parla di sé e della sua famiglia, dell’amore per lo sport e di quest’Inter che ha seguito per tutti i 90’ minuti contro il Torino e di cui ha apprezzato molti aspetti, passando anche per Mazzarri e Moratti, senza dimenticare i dettagli per la chiusura dell’affare.
Allenatore - Verso l’allenatore, Thohir ha speso belle parole, ammira nel tecnico la voglia di vincere che trasmette alla squadra e la capacità di far giocare al meglio i suoi uomini: “Mi piace molto come Walter Mazzarri fa giocare la squadra e Torino-Inter è stata una gran bella partita. Non ho resistito al buon senso che mi consigliava di andare a letto, visto che stamattina (ieri, ndr) avrei dovuto alzarmi presto. Ma non sono pentito. Alla fine sono rimasto incollato allo schermo quasi fino all’alba. In dieci contro undici, meritavamo di vincere. Il lavoro che sta facendo mi piace molto. Ha messo in campo una squadra ‘exciting’, in grado di divertire. Magari qualche volta si pareggia. Può capitare pure qualche sconfitta. Ma di sicuro l’Inter quest’anno è bella da vedere. Mi ricordo tante partite noiose con la squadra tutta chiusa in difesa… Lo so che qualche volta bisogna difendersi per portare a casa il risultato, ma non mi fraintenda. E voglio rassicurare i fan nerazzurri: io vengo a Milano per vincere”. Applausi per il tecnico, che secondo alcuni non sembrava rientrare nei piani dell’indonesiano, e applausi alla squadra, molto diversa dalla stagione scorso, che sembra apprezzare maggiormente.
Inter - Sempre parlando di Inter, Thohir spiega i punti forti di questa squadra e quali siano i cambiamenti che vorrebbe apportare, in particolare nella gestione dei giovani: “C’è un bell’equilibrio tra chi ha qualche anno in più e l’entusiasmo dei giovani. Cambiasso e Campagnaro danno sicurezza, come Handanovic, anche se ha solo 29 anni. Ma alle loro spalle c’è l’energia di Juan Jesus, Taider, Icardi e Belfodil, il futuro. E’ il mix che vorrei, esperienza e freschezza atletica. Condite da giocatori collaudati come Guarin e Nagatomo. Il mio sogno? Utilizzare di più i ragazzi della primavera che fanno tanto bene nei loro campionati. Ci vuole fiducia. Credo che tanti giovani talenti italiani abbiano diritto alla chance di giocare in prima squadra per dimostrare davvero quanto valgono”. Thohir ha toccato subito un tasto caldo: in Italia la questione dei giovani è sempre più un problema di tutti anche se i cambiamenti finora sono stati pochi.
Sms - Riguardo ai messaggi tra lui e Moratti, Thohir elenca quelli che ha inviato al numero uno neroazzurro durante la partita: “Questi gli sms che ho inviato a Moratti, «Cartellino rosso», «Parato! Grande Carrizo», «Guaaarin, gooal!». E, per finire, «Goodnight Bro!»”
Accordo e calciomercato - Si passa poi alla chiusura definitiva dell’operazione, da quando le firme sono state apposte sul contratto, interessa sapere quando l’accordo e l’ingresso di Thohir diventerà ufficiale: “Chiuderò l’operazione la prossima settimana cedendo la partecipazione con un buon utile ai miei partner in quell’avventura. Amo molto lo sport, amo la pallacanestro in particolare. Ma l’obiettivo del mio gruppo adesso è far crescere i nerazzurri e il Dc United, la squadra che ho comprato a Washington. Abbiamo vinto la Us Open Cup che era il nostro grande obiettivo. E io sono contento così. Ora è il momento di capire quanto si spende, come sono congegnati gli stipendi dei giocatori, quanta gente lavora in società.” Ma sul calciomercato e i prossimi, possibili acquisti, la bocca resta cucita: “Si parlerà del futuro dopo che l’accordo sarà concluso, a metà novembre. Ho grande rispetto della storia e della tradizione dell’Inter e di Massimo Moratti”.
Famiglia e tifo - Infine Thohir racconta un po’ di sé e della sua famiglia, ci tiene a spiegare come il calcio sia una passione familiare anche se il tifo è molto vario: “Sono un padre aperto. E in famiglia rispettiamo le idee di tutti. Sul calcio, poi, non andiamo d’accordo quasi su niente. In Premier League io tengo all’Arsenal e i miei due figli più appassionati di calcio (ne ha quattro in tutto, ndr.) al Manchester United. In Spagna siamo divisi tra Real Madrid e Barcellona. Ogni domenica a mezzogiorno discutiamo per ore al nostro tradizionale pranzo di famiglia. In Italia l’Inter batte la Juve due (io e mio figlio maggiore) a uno“. Ottimo a sapersi per i tifosi interisti che apprezzeranno sicuramente la prevalenza di tifo neroazzurro in famiglia.