Nella mattinata del 15 ottobre 2013 Massimo Moratti annuncia: “Abbiamo firmato con Thohir, c’è l’accordo...”. La telenovela che, dall’inizio dell’estate, si trascinava senza grandi colpi di scena, ha finalmente visto la sua fine: Erick Thohir acquista il 70% del pacchetto azionario della società neroazzurra, l’Inter da oggi sarà ancora più Internazionale. Unico dubbio resta la presidenza, ma Moratti ha fatto capire che starà a lui decidere se continuare o meno. Una lunga presidenza quella di Moratti, che iniziò nel febbraio del 1995 quando prese il club lasciatogli da Ernesto Pellegrini. 18 anni di gioie, dolori, fallimenti, grandi conquiste, rabbia e felicità.
Gli Inizi
Pensi a Moratti e immediatamente i tuoi pensieri si dirigono anche verso Zanetti, primo acquisto, in sordina, del presidente: Javier Zanetti e Massimo Moratti, mai legame fu più forte. I primi anni trascorrono tra la curiosità e la gioia di avere ancora un Moratti al timone dell’Inter, e le esultanze che i grandi campioni come Ronaldo, Zamorano e poi Baggio... sanno regalare. In questo clima i tifosi si godono la conquista della Coppa Uefa 1998, prime soddisfazioni per Moratti che ha sempre avuto come obiettivo il tentativo di eguagliare il padre Angelo.
1999-2002 - Dopo questa conquista iniziano però gli anni bui, le delusioni, le spese folli del Presidente tifoso sempre deciso a regalare ai supporter la squadra migliore, gli acquisti sbagliati, i tanti allenatori ( addirittura 4 nella stagione 1998-1999 ) ma anche il Fenomeno Ronaldo e il rigore di Juliano, Recoba, forse il giocatore più amato dal patron e Vieri acquistato ad un prezzo altissimo. Non solo i problemi legati ai successi ma anche le difficoltà a gestire questa squadra e così, nel 1999 si ricordano anche le prime dimissioni: Moratti lascia il club a seguito delle critiche per la scelta di Roy Hodgson come allenatore; vengono però poi ritirate. Il tutto aggravato da quello sciagurato 5 maggio 2002: le lacrime, lo scudetto sfiorato e la convinzione che il presidente-tifoso farà poca strada.
Primi anni duemila - Dopo l’addio di Ronaldo nel 2002, anno in cui conquisterà anche il pallone d’oro, si chiude una stagione da dimenticare per il presidente e tutti i suoi tifosi. Ma la storia sta per cambiare, la presidenza sta per entrare in una nuova fase. Moratti riesce finalmente ad avere Roberto Mancini: il giocatore tanto voluto indossa i colori neroazzurri diventando l’allenatore del club milanese, scelta azzeccata che risulterà presto vincente, anche se i successi, 2 Coppe Italia, saranno vissuti da vicepresidente perché la carica, nel biennio 2004-2006 era nella mani di Giacinto Facchetti.
Post calciopoli - È il 2006 l’anno della svolta, dopo la morte del Gigante Buono, Moratti torna alla guida dell’Inter e, nell’estate più calda del calcio italiano, costruisce con pazienza l’inizio della sua grande era che vedrà la conquista di 4 scudetti ( uno a tavolino ) e 3 supercoppe. Il presidente può gioire: i soldi spesi che hanno portato altri grandi campioni tra cui Ibrahimovic, Maicon, Viera e hanno permesso il ritorno di Hernan Crespo, arricchiscono il Palmarès della società e fanno vivere anche un Centenario da protagonista.
2010, La stagione perfetta
Il coronamento del sogno, Moratti raggiunge papà Angelo. Niente distrazioni, niente passi falsi, un ottimo rapporto con José Mourinho e con tutto lo staff tecnico, oltre a grandi campioni che, grazie ad altri sforzi, solcano San Siro: Scudetto, Coppa Italia e poi, la Coppa dei Campioni che rese famoso il papà e l’Inter, quella Champions League che tutti desiderano. Mai si è visto Moratti così contento, soddisfatto, innamorato della sua Inter, gioie che termineranno con il Mondiale per Club. È forse questa l’immagine che meglio identifica Massimo Moratti: la felicità del Bernabéu, la Coppa al cielo, quello che desiderava regalare ai tifosi da quel lontano febbraio 1995; a questo unico momento erano dirette tutte le spese, gli acquisti e i sacrifici.
Le ultime stagioni - Dopo il Triplete, è cambiata l’Inter e anche il suo presidente: sono gli anni delle ricostruzioni, delle incomprensioni in panchina, di altri investimenti sbagliati che hanno portato Moratti a vedere la sua squadra posizionarsi al punto più basso di tutta la sua storia ( nona in classifica ). Ma il presidente non si è dato per vinto, anche durante tutte le trattative per la cessione della sua Inter a Thohir, il patron non si è risparmiato, ancora una volta si è impegnato per far ripartire la squadra e l’ambiente, consegnando al successore un prodotto rinvigorito e lasciando ai suoi amati tifosi un team ancora in grado di divertire e far ben sperare.
18 anni di presidenza, una lunga, lunghissima storia d’amore che ha visto oggi il cambiamento più grande, l’inizio di una nuova era. Ancora non sappiamo se Moratti accetterà o meno di occupare il posto di presidente, certo è che questi 18 anni saranno difficili da dimenticare. Qui si è cercato di ricordare la storia di un presidente tifoso, innamorato, amante delle spese folli, delle scelte d’istinto, dei successi inarrivabili ma anche delle roboanti sconfitte, l’uomo che ha portato l' Fc Internazionale in giro per il mondo con la creazione di Inter Campus, ma anche l’uomo che non si è mai risparmiato nelle battute, che ha affidato il suo gioiello nelle mani di altri grandi uomini. Il presidente amato da tutti i suoi giocatori ed allenatori, il presidente rimpianto da tutti i tifosi.