Nemmeno il tempo di voltare lo sguardo. Ammirare l'acrobazia di Cambiasso e l'urlo di Jonathan. Incombe il campionato. Meno di 72 ore dopo la battaglia di San Siro, con la Fiorentina di Montella, Inter di nuovo in campo. Si va a Trieste, per uno scherzo della mala Italia, risiede lì il Cagliari calcistico. Niente Sant'Elia, continua la brutta “favola” sarda. Moratti ha allontanato i fantasmi Mourinho e Ronaldo “Non faccio confronti e non parlo di scudetto..”, per alleviare una pressione che col passare del tempo tende a farsi prepotente. Non potrebbe essere altrimenti. Quattro vittorie, un convincente pareggio con la Vecchia Signora. Il carattere di ribaltare una sfida in salita con la viola. Una condizione fisica, straordinario il lavoro di Pondrelli, che alla Pinetina non si vedeva da tempo. Il resto ce l'ha messo Mazzarri, capace di motivare giocatori spenti e isolati. I nuovi idoli della Nord sono Alvarez e Jonathan. I reietti catapultati dalla polvere all'altare. Al motto “primo non prenderle” è resuscitata l'Inter di Mazzarri. Quadrata, cinica, concreta. Due soli gol al passivo, una foga agonistica con pochi eguali. La convinzione di poter vincere sempre. Il nemico è l'alta quota. La desuetudine a quartieri un tempo noti. La facile assuefazione al successo. Se non si entra in campo con il coltello tra i denti, sempre, si rischia il capitombolo, anche contro avversari sulla carta meno blasonati, come il Cagliari.
“Kovacic è l'unica certezza. L'unico che gioca sicuro.” Per una volta, aldilà della pretattica, non ha le idee chiare Mazzarri, costretto a fare i conti con un recupero lampo. Jonathan, Cambiasso, Alvarez, tanti i giocatori stremati dal giovedì infrasettimanale. Quindi Mateo, poi si vedrà. La classe del croato è la base della nuova Inter. La condizione è in divenire, l'autostima in crescendo. Personalità con pochi eguali, perfino in Europa. Probabile sia Taider, opaco contro la Fiorentina a lasciargli il posto (a meno di un Cuchu in riserva). Davanti scalpita Icardi e con lui chiede minuti il principe Milito, che sullo sfondo vede il duello con la Roma, teatro passato di imprese gloriose. Il reparto arretrato non verrà intaccato. Senza il rischio di possibili squalifiche, inutile togliere certezze consolidate. La sorpresa potrebbe essere sulle corsie. Il dimenticato Pereira spera nell'attesa chiamata. Arrivato in pompa magna, dopo il mondiale volato con l'Uruguay, si è espresso su modesti livelli nell'era Stramaccioni ed è scomparso dai radar sotto il regime Mazzarri. Il turnover, fondamentale, anche in un'annata priva di impegni europei, potrebbe riportarlo alla ribalta. Ci sarà Guarin. Sostituzione, fischi e scuse. La voglia di rivalsa di un campione a cui manca solo l'ultimo scatto mentale per diventare devastante.
Il Cagliari di Lopez è il solito. Avversario da prendere con le molle. Viene dal pareggio di Livorno, firmato Ibarbo. La velocità del colombiano e la potenza di Pinilla. Senza Cossu (ballottaggio Ibraimi-Cabrera per sostituirlo), out 20 giorni, sono loro le armi più affilate dei sardi. In mediana manca Ekdal. Difesa guidata da Astori, al centro del mercato estivo, ma rimasto in rossoblù, come Nainggolan (pallino dell'Inter e di Thohir), per volere del presidente Cellino.
L'anno scorso padroni di casa in trionfo. La Strama-Inter vittima di infortuni e sfortuna, palo di Cambiasso, cadde 2-0, fulminata dall'ingresso di Pinilla, uno calcisticamente nato proprio nella casa nerazzurra. Gli infortuni di Gargano e Nagatomo, la spuntata presenza di Tommaso Rocchi. Un primo tempo d'orgoglio, poi il buio. L'immagine finale di Samuel costretto, per necessità, a diventare gigante offensivo, a testimoniare lo stato di criticità di una squadra ormai alle corde.
Le probabili formazioni: