Chiusura senza botti. L'Inter si accontenta, incatenata da cessioni difficili. Tanti in esubero, tanti con la valigia in mano. Nessun offerta allettante e allora si resta così. Senza il colpo last minute capace di infiammare la piazza, ma soprattutto arricchire un organico in crescita, ma incompleto. La prima richiesta di Mazzarri, un esterno a sinistra, resta parola al vento. Isla, Van der Wiel, Zuniga, figurine sfumate. Marquinho resta a Roma, sponda giallorossa. Blocca tutto Pereira. L'uruguaiano non convince il tecnico di San Vincenzo, che preferisce adattare Nagatomo sulla corsia mancina. Pagato più di 10 milioni, dopo uno splendido Mondiale con la celeste nel 2010, non ha mai conquistato San Siro. Offerte congrue non sono arrivate. Il Porto prima, il Tottenham poi. Flebile interesse. Rimane, in disparte. Con il rientro di capitan Zanetti sarà il quarto di fascia nel Mazzarri pensiero. Non parte nemmeno Kuzmanovic. Liga e Premier, case gradite, ma lontane. Dal West Ham al Siviglia, semplici sondaggi. Al netto del mercato, resta in canna il grande colpo. Sfuma Fernando, con il Porto che ha rifiutato un'offerta importante dell'Everton. Situazione da monitorare attentamente, visto il contratto in scadenza nel 2014. Salta Nainggolan, il manifesto di Thohir. Di origini indonesiane, come il futuro padrone nerazzurro, era balzato alla cronaca come fiore all'occhiello del magnate. Fantasie giornalistiche. Il reparto avanzato resta intatto e questa è buona notizia. Icardi e Belfodil, icone del progetto giovane, prospetti della nuova Inter, meritano una chance. L'arrivo di un navigato centravanti o di una suggestione del passato, avrebbe tarpato le ali ai gioielli in rampa di lancio. Con un Palacio insostituibile e un Milito di ritorno, a posto così.
Operazioni minori quindi, nulla più. Joel Obi approda a Parma. Piazza tranquilla, ideale per recuperare un ragazzo interessante, fermato spesso da problemi fisici. Il nigeriano ha espresso gradimento per la squadra ducale. In Emilia, giocando con continuità, potrà ritrovare fiducia e motivazioni. Un altro tassello dell'Inter che verrà scende invece nel sud Italia. Biraghi, colonna dell'Under di Mangia, seconda al recente Europeo, si unisce agli etnei, appena sconfitti in campionato dalla squadra di Mazzarri. Prestito con diritto di riscatto. La società di Pulvirenti potrà acquistare la metà del cartellino in mano al Cittadella. Segnale importante della forte volontà di Moratti di non abbandonare un calciatore di sicuro avvenire. Resta invece a Milano il danese Olsen, l'anno scorso in Primavera, quest'anno aggregato in prima squadra. Ha rifiutato il Brescia, per giocarsi le sue carte nell'Inter. Nelle ultime ore di mercato vano assalto a Marco Sau, esploso in Sardegna nello scorso campionato. Cellino ha blindato i suoi top player. Restano al Cagliari, oltre a Sau, anche Astori e Nainggolan.
Il mancato arrivo di Thohir, il prolungarsi di una trattativa complessa, con tanti pezzi da incastonare in un puzzle costoso, ha bloccato il mercato nerazzurro. Il magnate indonesiano arriverà, lo ha comunicato lo stesso Moratti nell'ultimo Cda. Ancora da stabilire però la quota rilevata da Erick. Dal 30% al 70%, lungo un ampio ventaglio di possibilità. Primo obbiettivo ripianare i debiti, solo in seguito arriveranno gli investimenti importanti. Niente spese folli, niente manie da sceicchi e petrolieri. Anche per questo forse Thohir piace a Moratti. “C'è simpatia” ha detto il presidente, la cui unica preoccupazione è lasciare la società in mani fidate. Malaga e Anzhi insegnano che non sempre caterve di quattrini risolvono i problemi. Un progetto intelligente può valere molto di più.
Il grande colpo resta quindi Walter Mazzarri. Un sergente di ferro, in stile Mourinho. Con lui, vittorie e sorrisi. La sensazione di essere sulla strada giusta, la consapevolezza di dover migliorare sempre. Allenamenti duri, condizione fisica super. La vittoria sul Catania, lontano da San Siro, val molto di più dei tre punti d'apertura col Genoa balbettante. Squadra organizzata, conscia dei propri mezzi. Giocatori in fiducia. Rinascono fiori appassiti. I fischi che diventano applausi, rivolti proprio ai più bersagliati. Non stupisce la tecnica di Alvarez, mai in discussione, quanto l'attitudine. La disponibilità al sacrificio. Jonathan, zimbello, soggetto a ironiche risate, sembra Maicon, quello vero. Campagnaro, arrivato a costo zero, fedelissimo del tecnico, è già leader. Nel mercato low cost, i colpi sono fatti in casa. Chi pareva perso nell'anonima banda Stramaccioni, si è riscoperto importante nel gruppo Mazzarri. L'Inter riparte da quello che ha, in attesa di tempi economicamente migliori. Riparte dal suo condottiero. Sognare si può, a patto di mantenere i piedi per terra. Partita dopo partita, aspettando la Juve. La partita.