Alla vigilia della prima gara di campionato, domani alle 18 contro il Genoa, il nuovo tecnico dell'Inter, Walter Mazzarri, si concede per una buona mezz'ora ai giornalisti presenti a San Siro per la consueta conferenza stampa del day before.
Tantissimi gli argomenti affrontati, alcuni dei quali sviati furbescamente del neo tecnico neroazzuro. Così, quando maliziosamente gli si chiede se è già un campionato che vede una squadra, la Juventus, destinata ad imporre la propria superiorità con le altre ad inseguire mestamente, risponde sorridendo:" Non mi interessa particolarmente questo argomento, mi interessa quello che facciamo noi".
Ed è così anche quando, con un laconico: "Non parlo di mercato", risponde a chi lo interpella sul tema caldo degli ultimi giorni, ovvero il possibile ritorno del figliol prodigo Eto'o, che tanto tiene banco tra i tifosi nostalgici in questo fine agosto.
Altro tema caldissimo dell'estate nerazzurra, le ormai più che note vicessitudini societarie tra Moratti e Thohir. Il possibile passaggio di consegne potrebbe distrarre il gruppo dal campo di gioco ma a questo Mazzarri sembra rispondere con fermezza:" Da quello che mi dimostrano i ragazzi quando si allenano mi sembra che nessuno pensi ad altro se non al campo. Vedo gran voglia di far bene e di seguirmi. E' chiaro che è poco che stiamo insieme, a volte si fa qualche errore di troppo ma la volontà non manca."
Di certo è un Mazzarri consapevole quello che si presenta puntualissimo alla stampa. Consapevole del percorso intrapreso e desideroso di portare avanti il proprio lavoro con pazienza e dedizione senza sbandierare propositi eccessivi quando si è solo all'inizio di un viaggio.
"Conoscevo già la rosa dell'Inter, non è stata una novità, le partite che contano da domani diranno il resto. Il calcio d'agosto ha un valore relativo, è servito a conoscersi meglio. Ora credo di saperne molto di più ma è chiaro che dovrò fare ancora molte valutazioni, ci prendiamo del tempo per tutto."
Calma e attenzione ai fatti, questo sembra essere il dictat dell'uomo nuovo arrivato da Napoli.
"Da sempre sono abituato a parlare con il campo. Sono sempre stato abituato a fare i fatti anche perchè spesso succede diversamente da quello che si dice. Spero che ci sia consapevolezza che qui si sta ripartendo da zero, che la squadra si è ringiovanita. Ci vuole tempo ma credo che la gente sia cosciente dii questo."
Di certo gli impegni del pre-campionato hanno già dato qualche indicazione in più al tecnico che però non sembra dargli eccessivamente peso concentrandosi esclusivamente sul proprio lavoro. I fantasmi della passata stagione hanno poi mostrato ciò che non dovrà essere mai più ripetuto.
"Di certo al Napoli ero più tranquillo perchè conoscevo già il 90% della rosa ma è un rischio che rientra nell'ambito di una nuova esperienza. Evito di fare confronti ma l'esperienza passata deve farci evitare determinati errori. Ai giocatori ho dato dei consigli poi posso solo dire che le mie squadre hanno sempre avuto un equilibrio tattico definito e un'identità precisa."
Spende parole per Chivu, operato con successo, e per Samuel rientrato in gruppo ma ancora lontano dalla forma migliore. Elogia la poliedricità di Taider e giustifica Belfodil ed Icardi tacciati di presunta inadeguatezza per questi livelli.
" Intanto ci sono i carichi di lavoro che valgono per tutti. Alla prima di campionato siamo al 60/70% della forma, vale per tutti, anche per loro. In più loro devono fare in fretta quel salto di qualità che per esempio lo scorso anno è toccato ad Insigne. Arrivano da due squadre con obiettivi diversi e si ritrovano in un club di grande blasone. E' sempre difficile questo passaggio."
Non ultimo un in bocca al lupo al Napoli che tanto lo ha consacrato a livello internazionale.
"A Napoli ho passato 4 anni importanti, faccio volentieri un in bocca al lupo a tutti, a chi mi è stato vicino ma soprattutto alla gente che mi ha dato forza e calore".
Mazzarri si congeda dalla stampa non prima di aver esortato i tifosi a sostenere la squadra il più possibile in questo percorso. Domani sarà la prima gara ufficiale per lui sulla panchina dell'Inter nel decimo anno di carriera in Serie A.