La prima dell'Inter. La prima vera Inter. Test ufficiale, test di Coppa. La decadente Inter di Stramaccioni, costringe la nuova Inter di Mazzarri ad assaporare l'atmosfera della Coppa Italia molto presto. Di fronte il Cittadella di Foscarini, una vita in panchina, e di Di Gennaro, calcisticamente nerazzurro, ma spedito a farsi le ossa in una realtà meno ingombrante. Le big d'Europa hanno respinto l'undici del tecnico di San Vincenzo. La tournèe americana ha mostrato inevitabili limiti. Un organico incompleto, grande voglia, ma ancora scarso feeling. Lavoro duro, ma idee offuscate. L'atmosfera di casa nostra e un avversario più abbordabile rivitalizzano l'Inter mazzariana, che, dopo un inizio stentato, decolla. E lo fa con l'uomo più atteso. Ricky Alvarez è la nota lieta del progetto Inter. Talento, continuità, grinta. L'agnello dell'era Strama par lontano anni luce. Fulcro della manovra, crea e disfa da esperto tessitore. Nasce dalla sua classe il vantaggio di Jonathan al 18'. Il brasiliano, in lista partenti da tempo immemore, si conferma tra i più positivi. Meglio lui di Pereira e non di poco. Davanti Mazzarri sceglie Icardi e Palacio. L'ex Samp non ingrana, prende una botta e sbuffa. Lungo il praticantato per diventare grandi. Chi non tradisce mai è invece il Trenza. Segna dal dischetto e poi su azione, col Cittadella ridotto ormai ai minimi termini dall'espulsione di Pecorini. La festa è completata dal 4-0 di Ranocchia al 18' del secondo tempo. Nel finale si rivede anche Kovacic. Rodaggio con vista Genoa per il talentino croato. Nei suoi piedi, nel suo calcio, risiedono i sogni di gloria dell'Inter. Guarin è il solito Guarin. Potenzialmente un crack, come quando decide di spaccare la partita e fornire due assist decisivi. A tratti indolente, quando osserva sornione lo svolgersi degli eventi, quasi corpo estraneo alla battaglia. Osservatore disinteressato.

 

Handanovic e Campagnaro sono i volti sorridenti di un reparto arretrato che dimostra di non aver ancora assimilato tutti i crismi del Mazzarri pensiero. Il portierone sloveno,che tornerà a lavorare col fidato Bonaiuti, come ai tempi di Udine, para tutto. Leader silenzioso di una retroguardia in cerca di padrone. Campagnaro si conferma acquisto di lusso. Approdato alla Pinetina a parametro zero, appare già insostituibile. Conosce Mazzarri e conosce i grandi palcoscenici. Gioca con autorità. Copre, spinge, con la naturalezza che è propria dei giocatori di personalità. Stentano Pereira e Nagatomo, quasi volessero evidenziare i ben noti problemi nerazzurri sulle corsie. Rallenta Cambiasso. A 33 anni, l'insostituibilità del Cuchu dimostra i cronici problemi nerazzurri in mediana. Davanti l'impressione è che, quando scalderà i motori Milito, per Belfodil e Icardi arriveranno tempi duri.

 

Notizie liete giungono anche dal mercato. Conte ha recuperato Pepe ed ha quindi lasciato via libera ad Isla. Il cileno è da tempo pronto a indossare la casacca nerazzurra. 6,9 milioni. Questa la richiesta della Vecchia Signora. Nel frattempo chiusura lampo dell'affare Taider. Laxalt al Bologna, in prestito con diritto di riscatto della metà. Ai felsinei anche 5,5 milioni. La suggestione Osvaldo si è volatilizzata. Direzione Premier. L'italo-argentino si accasa al Southampton. Nelle casse giallorosse 15 milioni più 2 di bonus. Resta viva l'utopia Eto'o, ma il camerunense pare destinato altrove. Ama Milano, tornerebbe di corsa all'Inter, ma i soldi, i successi, sono altrove. A Stamford Bridge dall'amico Mou o perché no a Manchester, dove potrebbero trovare il degno sostituto dello scontento Rooney. Ingranaggi d'alta quota, questioni lontane da Corso Vittorio Emanuele. Lì si aspetta Thohir e l'indonesiano potrebbe rispondere presente a breve. Giorni caldi, giorni di cambiamento.