Moratti-Thohir, si chiude. Questione di giorni, forse di ore. Il magnate indonesiano è atteso a Milano, per l'affondo decisivo. Entra da padrone, con la quota maggioritaria, circa il 75%. Si sapeva. Impossibile prospettare un affare che non vedesse preponderante la porzione riservata all'indonesiano “affamato”. A Moratti resta poco più del 20%, comunque importante. La famiglia Moratti, parte cospicua della storia dell'Inter non si defila e l'attuale presidente resta eccome al centro del progetto nerazzurro. Da stabilire ancora il ruolo dell'attuale patron e del figlio. Possibile la vicepresidenza esecutiva. Erick punterà a inserire nell'organigramma Inter i suoi uomini di fiducia, su tutti Jason Levien, con cui i rapporti commerciali sono strettissimi. Poi il via alla rifondazione della società, con l'approdo sempre più probabile di Leonardo, uomo di Thohir, collante tra i vertici della piramide e la base formata da squadra e tecnico. Un po' uomo ovunque alla Galliani.

Una versione più soft prevederebbe invece un'acquisizione iniziale del 30-40% per poi rapidamente giungere al “colpo grosso”, con Moratti affidatario della transizione, del passaggio a Thohir. Soluzione che permetterebbe al magnate di calarsi nella nuova realtà con più calma ed equilibrio. Soluzione però meno probabile visto il personaggio, osservata attentamente la carriera dell'imprenditore Thohir e vista la voglia di Inter o meglio di calcistici investimenti.

Erick incontrerà quindi il presidente Moratti per poi mostrarsi alla squadra durante la tournée negli Usa per la Guinness Cup. Il 10 agosto c'è Inter-Real Madrid, quale teatro può esser più prestigioso per una presentazione così attesa?

 

Terminato il ritiro a Pinzolo, l'Inter procede verso la nuova stagione con pochi intoppi. Soprattutto zero infortuni. L'unico acciacco di rilievo a Kovacic, il più atteso da Mazzarri e Moratti. Per il resto buone nuove. Allenamenti duri, come non si vedeva da tempo in casa nerazzurra. L'ultima amichevole con il Feralpi Salò ha fornito poche indicazioni. Una sgambata, terminata 2-0, con reti di Campagnaro e Palacio, solo ventiquattro ore dopo la precedente sfida con il Vicenza. Gambe affaticate e testa lenta, sotto il cocente sole di luglio. Ingredienti in grado di anestetizzare qualsiasi voglia di strafare. Il trenza è stato come al solito tra i più positivi, come il rigenerato Guarin. Prosegue la crescita di Belfodil, che pian piano sta “digerendo” i problemi causati dal Ramadan. Fatica ancora Icardi, per ammissione dello stesso Mazzarri, come da centrare è il reparto arretrato. “Concediamo troppo”, la realistica ammissione del tecnico. Il sorriso ha il volto giovane di Capello, appena acquistato dal Bologna. Talento cristallino. É arrivato intanto in Italia anche Diego Laxalt, colpo low cost del mercato, in luce al mondiale Under 20, pronto a trasferirsi in prestito per assaporare il calcio di casa nostra.

 

Sul fronte acquisti lo stesso Moratti ha evidenziato la necessità di un esterno. Troppo delicato quel ruolo nel 3-5-2 di Mazzarri per non avere interpreti all'altezza. Zanetti è ai box, Jonathan pronto a partire. Nagatomo e Pereira non bastano. Si sa il preferito è Isla. Conte continua a far muro, ma l'affare non è chiuso. Nei prossimi giorni l'Inter tornerà all'assalto, con la stessa offerta (7,5 milioni), sperando che nel frattempo la Juve abbia chiuso per Zuniga, difficile, o Kolarov. Le alternative al cileno sono le solite. Wallace, Van der Wiel, Janmaat. Sullo sfondo Basta, anche se quella dei Pozzo è bottega cara. Longo intanto che sembrava destinato al Verona, par vicinissimo al Livorno. Nessuna novità in mediana, mentre negli ultimi giorni è uscita una voce Borriello. Le difficoltà dello scambio Borriello-Gilardino, parrebbero favorire una trattativa, di cui però non si intuisce l'utilità, vista la presenza di giovani promettenti come Icardi e Belfodil, in un anno in cui l'Inter non avrà nemmeno l'assillo delle coppe europee. Fantascienza infine lo scambio tra il suddetto Icardi e il ribelle Osvaldo, in uscita da Roma e vicino alla Premier.