Buona la seconda. Progressi, fisici e tecnici. L'Inter prova ad assimilare il verbo Mazzarri. Ascolta e mette in pratica. Si corre, si lotta, si gioca. Certo non ancora ai ritmi voluti dal nuovo condottiero, ma la strada intrapresa è chiaramente quella giusta. Altri tre gol, stavolta al Vicenza. Lo svantaggio iniziale, complice sfortunata deviazione di Samuel, poi una partita in controllo, condita da occasioni in serie. Pareggia subito Guarin, lui forse il vero acquisto di Walter. Entrare nella testa di Guarin, per farlo tornare grande. Affidare a lui la squadra. Lui e Kovacic, quando rientrerà. Parte da lì il tecnico di San Vincenzo. Dalla devastante potenza di Fredy, anche un assist per lui oggi, e dalla classe del croato. L'arma impropria dell'Inter di Strama, letale anche nell'era Mazzarri. Non solo Guarin. Finalmente Belfodil. Dopo il doppio errore dagli undici metri, arriva il primo sigillo. Di testa, segna lui il vantaggio nerazzurro. Poi, dopo la girandola di cambi della ripresa, chiude Pereira. In campo novanta minuti l'uruguaiano. Uno dei più positivi. Pereira e Jonathan, i più discussi, tra i migliori. Il brasiliano potrebbe essere uno degli indiziati per sfoltire la rosa. Possibile ritorno a Parma. In ritardo Nagatomo, che dopo gli infortuni della scorsa stagione e le fatiche di Confederations, deve ancora tornare ai consueti livelli. I problemi maggiori riguardano il reparto arretrato. Troppi interpreti ancora al di sotto dell'abituale standard.
A seguire l'incontro anche il Presidente Moratti, sempre impegnato nella lunga trattativa con Erick Thohir. Il magnate indonesiano sembra voler chiudere rapidamente la questione. Si parla di un rilancio intorno ai 380 milioni e di una trattativa in dirittura d'arrivo. Mancano le garanzie bancarie, ma è già stato prenotato un notaio per il 28 luglio. Il 75% a Thohir, poco più del 23% a Moratti, il cui ruolo resterà comunque fondamentale per l'Inter. Rivoluzione societaria, ma non necessariamente di mercato. Thohir inciderà inizialmente nei ruoli chiave di casa Inter. Il ritorno di Leonardo è nell'aria, dopo la pesante squalifica parigina e qualche contrasto con il Psg, mentre il nome di Oriali piace e non poco da queste parti. Ricordi. Storia. A rischiare sarebbe Branca, da tempo nell'occhio del ciclone.
In stand by il capitolo mercato. Isla rimane in bilico. La Juve lo dichiara incedibile, ma prova a chiudere per Zuniga. Conte lo inserisce tra i titolari, elogiandone l'impegno, ma non è detto che non accetti di buon grado la cessione. Partita a scacchi. La sensazione è che a breve ci sarà la mossa decisiva. Anche perché nel frattempo l'Inter sonda altre piste e muove pedine importanti. Mazzarri chiama il fedelissimo Camilo per il grande sgarbo, Van der Wiel è file sempre aperto e con loro spunta il nome nuovo. Wallace, laterale in forza al Chelsea. Giovane, promettente. Di classe. Piace molto a Mourinho, che lo manderebbe volentieri un anno in prestito per ritrovarlo campione. Silvestre è sempre nel mirino del Genoa, pronto ad acquistarlo per sostituire il partente Granqvist, mentre per Ranocchia e Chivu mancano offerte consone. L'ex Bari vuol giocarsi le sue carte a Milano e ha rifiutato lo Zenit. Dalla Svizzera intanto sono arrivate le parole di Dragovic. Importanti. Il giocatore ha rifiutato i soldi, tanti, della Dinamo Kiev. Ha scelto l'Inter. E resta in attesa. L'impossibilità, finora, di ridurre il numero di centrali a disposizione di Mazzarri ha bloccato la trattativa. Difficile si possa aspettare ancora a lungo, visto l'appeal del giocatore. Nessuna nuova infine per la mediana. Il sogno è sempre lo stesso, Radja Nainggolan. Con Thohir sarebbe realtà. Di certo Cellino ha lasciato intendere che, in caso di cessione, non sarebbe la Roma la destinazione a lui più gradita per il suo pupillo.