Parla da Pinzolo, per la prima volta, Walter Mazzarri. Incide, a parole, come sul campo. Si corre, si suda, si fatica. Come poche altre volte. Si sapeva. Mazzarri è, ed è sempre stato, uomo di campo. “Non abbiate fretta di abbandonare il campo un minuto prima”. Se si lavora, si ottengono risultati. Semplice e diretto. Un assioma da inculcare nelle mente di giovani talenti, da coltivare e trasformare in campioni. Un duro, un sergente, si dice, un uomo di antichi valori, meglio ancora. Rispetto. Prima di ogni altra cosa. Rispetto con i suoi ragazzi, dai suoi ragazzi. Ma non solo. Rispetto anche con la società. La squadra la decide il tecnico. Solo il tecnico. Così come il mercato è terra d'altri. “Io rispetto i ruoli, di mercato ne parlo con la società. Rispetto il vostro ruolo, così come Branca e Ausilio e il presidente sanno che per me questo è un punto chiave. Loro non metteranno mai voce in capitolo sulla formazione, sul modulo. Io ci metterò la faccia sulle questioni tecniche, loro su quelle societarie. Se arriverà il top player sarò contento, ma non dipende da me. Voglio il rendimento massimale da questa squadra. Non posso far proclami, ma non voglio nemmeno che la squadra soccomba agli avversari. Voglio un calcio propositivo, che non molli mai, che abbia un'anima.” Cuore, anima, garra. Serve la tecnica, ma è condizione manchevole se non forgiata dal gruppo, dallo spirito. Undici giocatori che devono muoversi come un sol corpo. Questo vuole Mazzarri. Un team capace di reagire alle difficoltà, di scendere in campo mai battuto. Perdere, ma dopo aver provato a vincere. Perdere sì, ma dopo aver dato tutto. Grandi nella testa, per essere grandi anche nelle gambe.
L'allenatore apre a Thohir e allontana le cessioni eccellenti “Tutto ciò che arriverà per il bene dell'Inter sarà il benvenuto. Il presidente mi ringrazia perchè non chiedo mai nulla. Mi fido di lui. Ora voglio riqualificare questa rosa, per farla rendere al massimo. Ranocchia e Guarin sono qui con noi perchè devo valutare tutto. L'anno scorso alcuni difensori hanno avuto dei problemi. Sul campo ho detto che bisogna fare attenzione alla situazione atletica per evitare gli infortuni della scorsa stagione. Quest'anno non abbiamo fatto nemmeno il Trofeo Tim perchè volevo verificare carichi di lavoro, risposte tattiche, tecniche. Chivu ora sta bene, sta provando a farcela, quello che succederà domani non lo so.” Situazione ancora incerta quella del romeno, sempre alle prese con i problemi al piede.
Il capitolo Napoli. Le critiche, il brusco addio, già annunciato da tempo, perlomeno ai vertici partenopei, le frecciate a distanza. Con società e tifosi. “Ho parlato con i fatti a Napoli. Sono arrivato in una squadra arrivata sest'ultima la stagione prima. Avevano fatto 50 punti. Poi sono arrivato io e con giocatori come Lavezzi e Hamsik, abbiamo raggiunto l'Europa League e la Champions League. Poi arrivò anche Cavani che è via via diventato il giocatore che è ora. Se poi abbiamo anche fatto coincidere il bilancio con i risultati sportivi credo che questo sia stato un miracolo. Ho già detto perchè sono andato via da Napoli, ora penso all'Inter.” Signore, Mazzarri, come nel chiudere la querelle con Cassano, non lanciare proclami o promesse. Antipatico a volte, questo sì, ma un antipatico vincente. Ci vorrà del tempo per plasmare una realtà nuova e complessa, ma Mazzarri sembra l'uomo adatto. Una personalità forte in grado di ammansire ego debordanti. Che sia lui il vero acquisto top di Moratti? “Parlano i dati, i fatti. Poi ognuno la può vedere come vuole, si può dire tutto e il contrario di tutto. L'importante è che il 99,9% dei giocatori allenati la pensi come Zanetti. I giocatori che conoscono un allenatore sono quelli che si allenano sul campo e mi riempie d'orgoglio sentire Zanetti dire certe cose.”
Zuniga, Laxalt, Kovacic i top young approdati alla sua corte. “Quando arrivò dal Siena tutti lo fischiavano perchè non era da Napoli, ora è uno dei migliori d'Europa. Per Laxalt parlerò con Ausilio, poi vedremo cosa fare. Su Icardi e Belfodil l'Inter ha investito tanto. Le potenzialità ci sono, poi trasformare queste potenzialità rappresenta il vero salto di qualità, confrontando anche la pressione della piazza. Mi confronterò con loro, chiedo a tutti pazienza, poi vedremo se ci saranno le possibilità per diventare top player. Kovacic deve giocare più avanti per sfruttare le sue qualità. Deve andare al gol, al tiro, nelle zone nevralgiche del campo. Deve giocare sull'inserimento, le qualità le ha già dimostrate.”
“Sul modulo lavorerò. Oggi ho provato il 3-5-1-1, ma poi lavorerò anche col 3-4-1-2 e altri moduli perchè non voglio dare dei vantaggi. Ho giocato anche col 4-3-3 per evitare che si prendano delle contromisure. Nel calcio moderno c'è bisogno di tanto studio, bisogna essere preparati a cambiare in corsa.” Identità precisa, certezze, capacità camaleontica di variare lungo l'arco di una partita. Una macchina malleabile, in grado di cambiare ingranaggi senza perdere forza, senza perdere sicurezza. Una rosa numerosa, ma non troppo. 22 elementi, qualche giovane, poco più. Magari un esterno, quella la richiesta di Mazzarri. Arriverà.