Antonio Cassano non è uomo comune, tanto meno giocatore comune. Non ha peli sulla lingua, non ama la normalità. É eccezionalmente imprevedibile. In campo e fuori. Riparte da Parma, dalla quieta città ducale, per l'ultima tappa della sua carriera di lampi e rimpianti. Parma, l'Emilia, per ritrovare la Nazionale. Il miracolo verdeoro, ultimo sogno dell'eterno ragazzo Antonio. Amato-odiato, giocherellone all'inverosimile, talento infinito. Cassano è tutto e il contrario di tutto. Ha illuminato il mondo nella notte di San Siro. Lì è nato FantAntonio. Lì è nato senza crescere mai. Rimasto nel limbo dove risiedono i geni incostanti, i giocatori baciati dal talento, ma privi di quel quid che ti porta nel paradiso del pallone. Di sol classe non si campa. O perlomeno con la sola tecnica non si entra nella storia. Servono abnegazione, disciplina, lavoro, rispetto. É inciampato Cassano, spesso. A Roma, nella grande Madrid, meno a Milano, dove ha dimostrato in parte di aver capito. Ma forse non basta. Forse all'eterno fanciullo serve una piazza a sua immagine e somiglianza. Una piazza a misura di Cassano, che si identifichi con Cassano. Lui, e gli altri per lui. Per esprimere tutto quel potenziale spesso sedato. Non è uomo comune Cassano, non poteva essere presentazione comune la sua. L'attacco a Mazzarri, non a Moratti, che a malincuore lo ha lasciato partire. “Prima di firmare con l'Inter mi ha detto “sarai titolare”, ma poi sono stato cacciato. Qui avrò più responsabilità così rendo di più”.

 

Mazzarri è uomo sanguigno e la sua risposta non si è fatta attendere. “Mai parlato con Antonio. L'ultima volta l'ho visto a Inter-Napoli all'andata. Come posso aver designato prima chi gioca e chi no?”. Difficile sapere chi abbia ragione. Difficile, come un possibile rapporto tra i due. Mazzarri è uomo di campo, ama il sudore e la fatica, la corsa e il sacrificio. Antonio è l'arte discontinua, il colpo a intermittenza, il genio ozioso della lampada. Appare e scompare, spesso indifferente alla partita, fino all'attimo fatale. Non è mai stato Cassano un uomo squadra, non è mai stato un combattente, semmai un calciatore naif, un esteta, amante dell'assist, del corridoio impossibile. Meglio così forse. Walter pronto a plasmare un'Inter guerriera, Cassano pronto a illuminare l'entusiasta Tardini. Brillano gli occhi di Ghirardi per il nuovo pupillo. Brillano come gli occhi dei bambini che circondano Antonio Cassano. Bambino come loro, più vecchio sì, ma pur sempre bambino.

 

Sul fronte mercato intanto l'Inter torna prepotentemente in corsa per Nainggolan. La telefonata di Moratti a Cellino ha di fatto sancito il sorpasso sui giallorossi. L'arrivo di Thohir faciliterebbe enormemente la trattativa. Il magnate avrebbe infatti identificato in Radja, di chiare origini indonesiane, il simbolo del suo nuovo progetto. Ore calde anche per Mauricio Isla. La Juve, dopo l'acquisto di Tevez, ha bisogno di liquidità, e le difficoltà sul fronte Matri-Vucinic, richiesti, ma non alle cifre desiderate dai bianconeri, potrebbero agevolare la trattativa con i nerazzurri. Belfodil ha firmato un contratto di cinque anni. Si parte da 1.000.000 di euro a stagione, per poi gradualmente salire. Da definire ancora la sua valutazione. Visto il perenne rifiuto di Silvestre, diretto a Genova, probabile che il costo della metà di Ishak scenda a 7,5 milioni. Sono stati poi depositati i contratti di Campagnaro, Andreolli e Carrizo. Dal Bologna arriva l'interessantissimo giovane Capello, mentre sempre dal Parma possibile approdo a Milano di Cerri, classe '94 richiestissimo.