Doccia fredda. Gelata. Nemmeno il tempo di godersi la vittoria di Marassi, di riassaporare sogni europei, che l'allenamento consegna a Stramaccioni l'ennesima tegola stagionale. Non bastavano gli infortuni prolungati di Samuel, rientrato lo scorso week-end, e Milito, pronto per la prossima stagione. Come un fulmine a ciel sereno, come uno strano scherzo del destino, che par divertirsi a frapporsi lungo il cammino dei nerazzurri, ecco che si blocca Palacio. Il più in forma, il risolutore. Il punto fermo, con Handanovic. La base per la disperata rincorsa Champions. Si ferma lui e con lui si spengono probabilmente i sogni di gloria.

 

Difficile ipotizzare ora il rientro. Certamente non ci sarà con l'Atalanta, forse anche con Cagliari e Roma in Coppa Italia. L'ipotesi più pessimistica prevede un mese di stop. Problema alla coscia sinistra per il “Trenza”. E ora? Le soluzioni sono due. O albero di natale con Alvarez e Guarin alle spalle di Cassano, o doppia punta con Tommaso Rocchi, oggetto misterioso del mercato di gennaio, finalmente in scena. Problemi offensivi. Strano vederli domenica contro i bergamaschi, tra i quali rientrerà Livaja, uno che avrebbe fatto tremendamente comodo anche a Stramaccioni.

 

Tempo di processi verso la società. Non solo l'assenza di un vice Milito serio, necessario come il pane e mai arrivato. E lo staff medico? Sotto accusa, giustamente. Impossibile continuare con una serie di infortuni simili. Da qualche stagione a questa parte la preparazione atletica dell'Inter è inadeguata, così come la gestione di acciacchi e problemi fisici. Bisogna cambiare, in diverse frange societarie. Rivoluzione a livello tecnico, dai giocatori, agli uomini mercato,ai preparatori, lungo tutta la collana dell'apparato Inter.