Lo strano mercoledì pomeriggio. Alle 18.30 a Marassi l'Inter di Stramaccioni è chiamata per l'ennesima volta a fornire una risposta. La sconfitta del sabato pasquale, tra le mura amiche, contro i rivali di sempre, ha ulteriormente allontanato l'obbiettivo terzo posto. Volano Milan e Napoli, arrancano le inseguitrici. Sampdoria e Atalanta per tenere accesa la speranza, che obbligatoriamente passa dagli scontri diretti con i partenopei e la Lazio. Il tecnico nerazzurro scruta l'orizzonte e vede nuvole nere, accese da timidi sprazzi di luce. Il Mateo Kovacic propositivo della ripresa conferma la bontà dell'investimento della dirigenza interista. Palacio è certezza, Cassano ha ritrovato spirito e voglia. Sempre l'ultimo a lasciare il campo d'allenamento. Atteggiamento che piace e non poco. Il ritorno del “Muro” Samuel contribuisce a ridare certezze a una difesa sempre più ballerina. Le buone nuove terminano più o meno qui.

Se anche uno come Cambiasso, uomo di riconosciuta integrità morale, perde la testa, qualcosa non va. Contro la Juve l'Inter ancora una volta ha sbagliato l'approccio mentale alla partita, regalando, come di consueto un tempo, e non sempre si può miracolosamente risalire come a Catania. Gargano appariva spaesato in mediana, Ranocchia annebbiato. Il difensore del futuro, la certezza che scricchiola. Anticipo errato in occasione del gol di Quagliarella, dormita colossale sul taglio di Matri. Involuzione preoccupante la sua, come quella di Juan Jesus, assente sabato. Pereira è atleta instancabile, ma il calcio non è semplicemente gara di corsa. Serve altro. E gli esterni da tempo sono tasto dolente. Così come l'enigma Alvarez. Ha i colpi, ma purtroppo solo quelli. Manca troppo per essere giocatore di questo livello. Si proverà a reagire col carattere, quello non manca, e soprattutto con forze fresche. Necessarie oggi come non mai. In tredici gare i nerazzurri hanno fatto meglio solo di Palermo e Pescara. I numeri spesso non dicono tutto, ma in certi casi sì.

La situazione infortunati. I problemi riguardano soprattutto il reparto arretrato. Ranocchia, Samuel e Chivu sono usciti acciaccati. Il romeno soffre ancora per un trauma contusivo all'articolazione del piede e non ci sarà. Nagatomo, in panchina con la Juventus, non è stato nemmeno convocato. Servirebbe eccome il giapponese per ridare vivacità e spinta su una corsia abulica. Rientrerà Juan Jesus, riposato dopo il turno di squalifica. Visti i numerosi problemi probabile il ritorno alla difesa a 4. In mezzo al campo out Cambiasso, graziato dal giudice sportivo e fermato solo un turno, spazio a Kuzmanovic, recuperato dai problemi fisici. Guarin, inizialmente in panchina di fronte alla squadra di Conte, per i noti problemi di volo, riprenderà il posto sulla trequarti, aggiungendo quella indispensabile fisicità, che di certo non è cavallo di battaglia di Ricky Alvarez. Davanti come sempre Cassano e Palacio. Sempre loro, solo loro. Il cameo di Rocchi resterà probabilmente sprazzo isolato. Toccherà al genio di Bari Vecchia, recuperato dal lieve problema alla caviglia, inventare e scompigliare le carte, premiando i movimenti del “Trenza” e gli inserimenti del colombiano. Ancora fuori Stankovic, con cui lo staff medico ha scelto la via della massima cautela.

La mediana della Samp. Aldilà della stella Icardi, il reparto più temibile. Il giovane Obiang, talento in orbita Inter, ma non solo, e con lui l'ex con il dente avvelenato, Poli, e Krsticic, forse addirittura il più forte, anche se il meno sponsorizzato. Le fortune della Samp passano da qui, da un centrocampo invidiato e apprezzato dalle grandi del nostro campionato. Giovani, forti, di carattere, al servizio di un mister, Delio Rossi, uomo di calcio vecchio stampo, in grado di plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza. I 36 punti, a più dieci dalla zona salvezza, permettono di affrontare il finale di stagione in assoluta tranquillità, togliendosi soddisfazioni importanti, magari proprio contro avversari prestigiosi.

Precedenti. All'andata fu 3-2 Inter in una partita dai mille risvolti. Sampdoria avanti con Munari, poi nella ripresa, ingenuo fallo di Costa. Rosso e rigore. Il Principe pareggia e gira la partita. Palacio e Guarin la chiudono, prima del gol finale di Eder. Veementi proteste blucerchiate per la posizione irregolare di Nagatomo nell'azione che ha portato al gol del colombiano e di fatto archiviato il match.

L'ultimo precedente a Genova risale invece al febbraio 2011. Furono ancora i nerazzurri a uscire dal campo col bottino pieno. Firme d'autore nell'occasione. Sneijder e Eto'o per il 2-0 finale. In totale sessantadue incontri disputati al Ferraris, con ventisette vittorie degli ospiti, a fronte di tredici sconfitte.

Confermati gli ufficiali di gara precedentemente designati. Arbitrerà Banti, supportato da Di Fiore e Dobosz. Quarto uomo Bianchi. Assistenti addizionali Gervasoni e Giannoccaro.

Le probabili formazioni: