La sfida tra Juventus e Real Madrid dei quarti di finale di Champions League non si gioca solo sul campo, ma anche sugli spalti. E' lo scontro tra due società storiche del calcio europeo, ma che sono amiche tra loro, unite dalla stessa visione del futuro del pallone. Lo ribadisce anche Florentino Perez, presidente della Casa Blanca, nell'intervista rilasciata al nuovo settimanale de La Gazzetta dello Sport: "Con la Juve abbiamo in comune la storia del calcio. Ero stato a casa di Umberto Agnelli, quando abbiamo trattato Zidane. Ricordo un vero signore e oggi mi fa piacere avere ritrovato lo stesso stile in suo figlio Andrea, grande persona e grande presidente".
La sfida di ritorno al Santiago Bernabeu è certamente in discesa per le Merengues, vittoriose per 0-3 all'Allianz Stadium di Torino, ma Perez non vuole abbassare la guardia: "Se sembra un’amichevole? Un’amichevole no, caso mai una partita tra due club amici". Nonostante la Casa Blanca non sottovaluti la partita, un pensiero ai prossimi due turni è già presente: "L’importante è arrivare in finale. Potrebbe succedere perché prima immagino che ci tocchi il Bayern, contro cui giochiamo sempre. Ma se trovassimo il Barça in finale, ricordo che quest’anno lo abbiamo già battuto due volte vincendo la Supercoppa europea: 3-1 là e 2-0 qui". Il presidente del Real spende parole d'elogio anche per due giocatori bianconeri, Gianluigi Buffon e Gonzalo Higuain: "Buffon è un lusso per il calcio mondiale, per il suo talento, la professionalità e il rispetto per gli avversari. Tutti vorrebbero avere un grande come lui. L’esplosione di Higuain in Italia? Non mi sorprende, abbiamo avuto la fortuna di vederlo con noi. È rimasto nel cuore dei madridisti e lui sa con quale affetto lo ricordiamo". Impossibile, poi, non parlare del gol di Cristiano Ronaldo con chi a Madrid ce lo ha portato: "Quanto è successo a Torino è stato molto emozionante e dimostra la grandezza della Juve e del suo pubblico. Il goal di Cristiano è stato uno dei più belli della storia, un gol meraviglioso del miglior giocatore del mondo. Mi ha chiamato anche Juan Carlos, il 're della mia epoca' come lo definisco io, per fargli i complimenti".
Parole dolci, Perez, le riserva anche al condottiero degli ultimi due anni, Zinedine Zidane, altro protagonista portato in Spagna dallo storico presidente prima da giocatore, poi da allenatore: "Ha aperto questa epoca. Con lui è arrivata la nona coppa, con un nuovo gioco che ha conquistato il mondo. Come allenatore ha vinto quanto nessun altro a Madrid: 8 titoli in 2 anni. È un genio del calcio e lo ha dimostrato in campo e in panchina. Nel 2002 a Glasgow, dopo quel gol che ci fece vincere la coppa, mi disse: 'Ha visto presidente che non porto sfortuna?'. Perché gli bruciava aver perso due finali consecutive con la Juve". Infine, il presidente Perez, svela anche un retroscena riguardante Francesco Totti: "E' una delle leggende che tutti avrebbero voluto. Prima del 2006, all'inizio della mia presidenza, gli avevo telefonato per chiedergli di venire, ma lui mi disse che non poteva muoversi da Roma".