Per quanto paradossale possa sembrare, il Real Madrid visto ieri a Torino nell'andata dei quarti di finale di Champions League contro la Juventus non ha mostrato la miglior versione della sua stagione. I media italiani, impegnati ad esaltare un fenomenale Cristiano Ronaldo, hanno di nuovo tastato la qualità diffusa dei merengues, eppure all'Allianz Stadium la Casa Blanca ha sbandato ripetutamente, tra primo e secondo tempo, prima della storica rovesciata di CR7 e dell'espulsione di Paulo Dybala, che hanno cambiato il corso della partita.

La chilena (come la chiamano in Spagna) era un colpo che Ronaldo cercava da tempo, forse da anni. Spesso sbeffeggiato dagli avversari per non essere mai riuscito a eseguirla, il Pallone d'Oro portoghese l'ha trovata nel momento più importante di match e stagione. Un gesto tecnico e atletico clamoroso, destinato a rimanere negli occhi degli appassionati di calcio per anni e anni, un po' come accaduto a Marco Van Basten dopo un capolavoro simile contro il Goteborg, nel 1992. Ma se l'olandese aveva un'eleganza e innata e le movenze del cigno, Ronaldo ha la potenza degli atleti contemporanei, con quel tocco vintage e di suggestione collettiva che una rovesciata porta sempre con sè. Roba da Pelè in fuga per la vittoria, per intenderci. Ed è stato proprio un gol da fuga per la vittoria, quello di Ronaldo a Buffon nel secondo tempo dell'Allianz Stadium, perchè il Real stava barcollando contro la pressione continua dei bianconeri di Allegri, al punto da costringere Zinedine Zidane a sostituire il semi-intoccabile Karim Benzema con Lucas Vazquez, mossa sottovalutata dai più, ma che ha ridato equilibrio ai merengues. Il tecnico francese si è presentato a Torino con l'once de Cardiff, il che ha significato Isco in campo dal primo minuto. Il malagueno, sempre al centro di ogni dibattito del madridismo, non ha sprecato la sua occasione, combinando meravigliosamente con Marcelo sulla fascia sinistra dopo soli tre minuti, per poi mettere in mezzo all'area un pallone sul quale Ronaldo si è avventato con la sua tipica ferocia. 0-1 e Real convinto di poter gestire i ritmi della gara con il palleggio. Valutazione errata, perchè la pressione della Juve ha mandato fuori giri almeno un paio di esponenti merengues, come Toni Kroos e Karim Benzema, con Keylor Navas salvatore della patria su Gonzalo Higuain, a colpo di sicuro di testa su calcio piazzato.

Da palla inattiva il Madrid ha rischiato l'indicibile, con Chiellini a un passo dal pareggio, tutto solo su calcio d'angolo. Ma anche nello sviluppo della manovra gli ospiti non hanno fatto il Real: poche le azioni alla mano degne di tal nome, una delle quali conclusasi con una bordata di Kroos stampatasi sulla traversa. La Casa Blanca, alle prese con un calcio che in Spagna non pratica nessuno, eccetto l'Atletico Madrid, ha rischiato centralmente, dove Douglas Costa e Dybala hanno attaccato, per costringere Modric e Kroos a ripiegare vicino a Casemiro. Raphael Varane e Sergio Ramos hanno rappresentato un argine alle ondate bianconere (il capitano sarà squalificato al ritorno), con Marcelo in calando e Carvajal spesso preso in mezzo. Lo spartito della gara è cambiato nel secondo tempo, quando Zidane ha richiamato in panchina un Benzema avulso dal gioco, per allargare Lucas Vazquez, uomo per tutto le stagioni. Passata la tempesta, gli ospiti hanno approfittato di un incredibile svarione di Chiellini, che ha tolto un pallone facile facile a Buffon, regalandolo a Ronaldo, nell'azione che si è poi conclusa con la clamorosa rovesciata del portoghese. Numero (e numeri) da fantascienza di CR7, che si è preso la copertina della partita, ha incassato gli applausi dello Stadium e ha rappresentato al meglio le due facce del Real di Torino. Quella cinica del primo tempo, con un gol a freddo a chiarire le cose, quella straripante della ripresa, in particolar modo dopo l'espulsione di Dybala. Il doppio giallo sventolato in faccia all'argentino dal severo Cakir ha calato il sipario sulla prestazione dei padroni di casa, messi psicologicamente al tappeto da un uno-due terrificante. Ed è stato lì che il Madrid è tornato a dominare, segnando il terzo gol con Marcelo, al termine di una triangolazione di tipica marca merengue, e sfiorando a più riprese il poker, con Marco Asensio, Mateo Kovacic e ancora con Ronaldo, che ha buttato via il pallone della tripletta personale alzandolo sopra la traversa, su assist del solito Vazquez.

Finale perfetto dunque per il Real e per Zidane, che ha vinto ancora con il "suo" Keylor Navas, ha riproposto Isco in una gara spartiacque e ora si appresta a giocare il derby di sabato al Bernabeu con le consuete rotazioni. Tutto più facile da quando Ronaldo ha ricominciato a segnare con frequenza impressionante.