Il calcio ci ha insegnato che in poche settimane ogni cosa può cambiare, le certezze possono crollare e le situazioni agonisticamente catastrofiche possono iniziare quantomeno ad aggiustarsi. Siamo al 16 agosto e il Barcellona perde contro il Real Madrid, fuori casa, anche la finale di ritorno di Supercoppa Spagnola. Piovono critiche, ovviamente, per il gioco nullo e per la mancanza evidente di giocatori di caratura internazionale, giocatori che non possano far rimpiangere il "Parigino" Neymar. Sono passati 28 giorni da quella notte e il Barcellona ha totalmente cambiato faccia e ritmo con Leo Messi che guida la nave di Ernesto Valverde.

Da quel famoso 16 agosto i Catalani hanno solo vinto: tre successi in campionato e uno in Champions League con dodici reti fatte e zero subite. Quest'ultimo è il dato che balza più agli occhi degli addetti ai lavori e dei tifosi i quali, l'anno scorso, erano abituati a vedere almeno un gol a partita da parte della squadra rivale. Un'inversione del trend o un cambio di mentalità? Fatto sta che la squadra di Valverde sembra rivitalizzata e nel pieno delle sue forze, sia mentali che fisiche, e la sfida di ieri contro la Juventus ha messo in luce questi fondamentali aspetti. Certo, siamo solo a settembre e la stagione è appena cominciata, ma il disfattismo dei tifosi sta mutando e sta diventando speranza.

Già, perché quando hai uno come Messi in squadra si può essere di tutto tranne che disfattisti. Il numero 10, che non aveva mai segnato alla Juventus prima d'ora, ne fa due e manca di pochi centimetri il terzo quando colpisce il palo. Un altro spettacolo di magia dell'argentino che con il ritorno alle origini, ossia da falso nueve, è sempre costantemente nel vivo dell'azione riuscendo a posizionarsi tra le linee, in questo caso per gli avversari è impossibile marcarlo e fermarlo. Il primo gol ne è l'esempio più lampante quando parte dalla metà campo e duetta con Suarez prima di prendere il goniometro ed infilarla dove Buffon può solo guardare. Il secondo è un gioco da ragazzi, per uno come lui, mentre nell'occasione del palo è sempre tra le linee impiegando un microsecondo per calciare.

Insomma, un inizio cosi non può che far aumentare le speranze dei tifosi Cules: otto reti nelle prime sei partite di questa stagione, sette se si considerano le ultime tre tra campionato e Champions League. Nel complesso, però, è l'atteggiamento della squadra che appare diverso e sono due punti che lo fanno capire: squadra corta e pressing altissimo. Sia nel primo che nel secondo tempo il Barcellona pone le tre linee molto vicine tra di loro con la difesa, capitanata da Umtiti, che sale a centrocampo ogni volta che la Juventus è in possesso di palla. I tempi sono, ovviamente da migliorare, visto che i bianconeri nella prima frazione arrivano cinque volte, e con facilità, nell'area del Barca senza creare pericoli clamorosi. 

Il secondo punto, come dicevano, è quello del pressing. La caratteristica che da sempre costituisce un punto fermo nella fase difensiva del Barcellona è apparsa asfissiante in questo primo scorcio di stagione. Come accaduto nella partita di campionato contro l'Espanyol, Suarez e Dembelè salgono quasi a ridosso dei terzini bianconeri che si abbassano per ricevere, mentre Messi ed Iniesta si alzano fino al limite dell'area per impedire la costruzione centrale da parte di uno tra Barzagli e Benatia. Un plauso, forse non servirebbe nemmeno ormai, va fatto ad Andres Iniesta e alla sua prestazione, completa sotto ogni punto di vista. Il numero 8, nonostante le quattro sfide giocate fin qui, è in una forma ottimale e ieri lo ha dimostrato ancora una volta giocando da Illusionista e, allo stesso tempo, essendo utile in fase di copertura e di impostazione aiutando Sergio Busquets ad iniziare la manovra.

Una manovra finalmente fluida che coinvolge tutti con Rakitic sempre perfetto e puntuale negli inserimenti e nel capire la pericolosità della manovra. In fase offensiva eccellenti le prestazioni di Jordi Alba e Semedo con quest'ultimo che deve migliorare, però, in fase difensiva dove, nella prima frazione, ha concesso qualche metro di troppo al duo Douglas Costa-Alex Sandro. Più che sufficiente anche la prova di Dembelè che, alla prima da titolare con il Barcellona, ha fatto vedere subito sprazzi della sua classe e dalla velocità. C'è da lavorare per integrarsi negli schemi di Valverde ma l'inizio è soddisfacente, anche un gol sfiorato per lui. Buona la prima, dunque, per il Barcellona che anche in Champions League segna e non subisce gol. C'è da migliorare, visto che siamo solo all'alba della stagione, ma il disfattismo iniziale si sta trasformando in una speranza sempre più corposa.