Non è il mero 3-0, a fare male, ma è un'altra sconfitta, la più temuta, quella psicologica. L'Atletico Madrid non si riconosce più, perde in toto la propria forza, la propria identità, al cospetto del Re(al) di Madrid. Cristiano Ronaldo fa tripletta, ammazza le speranze dei Colchoneros di raggiungere la terza finale di Champions League in quattro anni. Speranze costruite sulla solidità di un gruppo nel corso degli anni, di un gruppo che ora vacilla, che vede vicina la linea del traguardo, ma non intesa come punto d'arrivo felice.

Il 3-0 del Bernabeu è forse la sconfitta più grande del Cholo Simeone in ambito Europeo negli ultimi anni, aldilà delle due finali perse, perché per la prima volta i suoi sono apparsi senza mordente, senza la solita cattiveria agonistica che ha caratterizzato i suoi negli ultimi anni, un qualcosa che va ben oltre la tattica e la tecnica. In estate l'allenatore argentino ha deciso di variare leggermente la sua filosofia, provando a incentrare il gioco sul possesso, migliorando la qualità, a scapito solo parzialmente della solidità difensiva (solo 25 gol subiti in Liga, 5 in Champions League).

Il cambiamento non ha portato particolari danni, sulla carta, è anzi stato un beneficio in termini offensivi, ma la squadra è sembra meno tambureggiante del solito in fase di pressione, ha perso grinta, non condizione atletica. Su queste basi si è costruita la sconfitta del Bernabeu, il secondo 3-0 subito in stagione dal Real Madrid, dopo quello del Calderon in campionato nella gara d'andata. Giocare con Lucas Hernandez adattato terzino destro - sulla fascia di tale Ronaldo, Cristiano - non aiuta, ma non può nemmeno essere la semplice chiave che conduce a una sconfitta così rotonda.

L'Atletico è stato spesso in grado di andare oltre la questione tattica, di abbattere i muri che lo separavano dalle big anche per blasone, per nomea. Quest'anno quelle pareti non solo sembrano essersi ricostruite, ma addirittura si sono rafforzate dopo ieri sera. Non solo i Colchoneros non sono stati in grado di tenere il passo del Real Madrid meno brillante e del Barcellona più stanco degli ultimi anni, ma sono anche mancati nell'appuntamento forse più importante della stagione, l'ultimo vero test per pensare di vivere un mese di maggio da protagonisti.

Aleggia uno spettro, ora, sul Calderon - o per meglio dire, guardando in prospettiva, sul Wanda Metropolitano, il prossimo impianto in cui giocherà l'Atletico: il futuro senza il Cholo. Le voci che lo vedono vicino all'Inter - ma non solo - si rincorrono senza sosta da mesi, acuite anche dalla probabile partenza di Griezmann destinazione Manchester United. Il ciclo vincente di Simeone sembra vicino al termine, un termine che si preannuncia amaro, come sono state le finali del 2014 e del 2016. Il Real è ancora fatale, ma questa volta di mezzo non c'è solamente la Coppa più affascinante d'Europa: in ballo c'è un futuro che può diventare un'incognita.