Dopo la storica finale di Berlino del 2015, i destini di Luis Enrique e della Juventus si incrociano nuovamente. Alla vigilia della super-serata di Champions League, con in programma la gara d'andata dell'attesissimo quarto di finale, l'allenatore del Barcellona presenta la sfida in conferenza stampa, con la mente che torna anche a quella serata tedesca, chiusasi con la vittoria blaugrana, e in particolare alle differenze tra quella Juve e la versione odierna.
"Ha cambiato tanti giocatori, i nuovi hanno reso la rosa più forte, è una squadra di altissimo livello, non so se sia più forte o meno. Io ho ricordi positivi, ma quella partita non ha niente che vedere rispetto a quella di domani. Entrambe le squadre vorranno passare".
Obiettivo qualificazione, quindi, da ottenere con i soliti mezzi, nonostante la forza dell'avversaria, lodata così da Lucho in conferenza stampa: "Ho visto la Juve pressare alta, ma anche giocare palla da dietro, penso che possa dominare tutte le fasi del gioco, noi faremo la nostra partita cercando al vittoria sin dall'inizio. Dobbiamo giocare bene a calcio, i numeri della Juventus sono strepitosi, all'altezza della sua storia e di quel che significa essere ai quarti di Champions, ma più che guardare i numeri, noi abbiamo l'obiettivo di fare una grande partita. Superare un rivale di questa importanza sarà sempre difficile".
"In queste partite i giocatori sanno come approcciare, servirà calma - prosegue l'allenatore parlando della sconfitta (2-0) di sabato sera rimediata in terra Andalusa - Non influirà il risultato di Malaga, anche se è stato ingiusto, siamo stati superiori ai rivali, abbiamo avuto poca fortuna. Non potevamo vincere come col Siviglia (3-0 mercoledì scorso, ndr). Non possiamo comunque diventare pazzi quando perdiamo e nemmeno esaltarci quando vinciamo giocando bene".
Parole abbastanza intrise di nervosismo, quelle di Enrique, soprattutto rispondendo ad una domanda su André Gomes, domani probabilmente in panchina e attaccato aspramente dopo il k.o. di Malaga, oltre che per le prestazioni: "Io devo difendere i giocatori, uno solo non può essere incolpato, è patetico quello che sta succedendo con determinati giocatori. Ad alto livello è molto ingiusto, bisogna parlare della squadra, non si può parlare di un solo giocare".
Non dovrebbe dunque essere il portoghese a rimediare all'assenza di Busquets, elemento chiave del Barcellona, ma comunque sostituibile, come spiega lo stesso allenatore: "Busquets è un giocatore vitale, ma siamo preparati e abbiamo tante possibilità per occupare la sua posizione, è normale che durante le competizioni i giocatori vengano ammoniti e debbano saltare altre".