Chi lo scorso anno ha più o meno seguito l'Eredivisie si è reso conto che c'era una squadra troppo superiore alle altre per pensare di poterci competere. Il PSV Eindhoven ha chiuso il campionato con 29 vittorie, 1 pareggio e 4 sconfitte, segnando 92 gol (2,7 a partita) e dominando in lungo e in largo. Beh, grazie, con Depay e Wijnaldum è quasi troppo facile, due giocatori esageratamente sopra la media. Dopo le due cessioni estive dei citati, la squadra era attesa al banco di prova Champions League, da testa di serie, quella che tutti speravano di trovare. Beh, a stappare è stato il Manchester United, che ha però dovuto ricredersi perchè il PSV si è dimostrato una squadra ulteriormente solida.
Non stiamo assolutamente insinuando che gli olandesi siano una squadra mediocre, precisiamo in anticipo, ma certamente sono un paio di gradini sotto a tante altre squadre, probabilmente nel loro girone erano forse la peggiore, forse leggermente meglio del CSKA, avversario sempre ostico. Eppure sono stati loro a qualificarsi, raggiungendo il loro traguardo grazie a tre aspetti particolari:
La voglia di stare in alto - Sembrerà banale, scontato e quant'altro, ma la grinta e la determinazione di mettersi in mostra è stata una delle chiavi del PSV. Tanti giocatori sono tornati in Olanda in cerca di riscatto: Moreno, Lestienne, Guardado, De Jong. I "vecchi" della squadra avevano qualcosa da dimostrare, cioè che quello smalto da campioni non l'hanno mai perso, che possono ancora competere ad altissimi livelli e che ora vogliono farsi rimpiangere da chi non ha creduto in loro. E i giovani? Beh, quale vetrina migliore della Champions League per mettersi in mostra?
Giocare a memoria - 15, massimo 16 giocatori. Difficilmente Cocu nel corso della stagione ha dato ampio spazio al turnover, spesso insistendo sullo stesso nucleo e compiendo anche rinunce importanti. Sono in 15 ad aver collezionato almeno una doppia cifra di presenze in 24 gare giocate in stagione, un nucleo selezionato e su cui il tecnico punta. A forza di giocare (bene) insieme, ci si conosce sempre meglio, e i risultati si vedono.
La compattezza - Età media della squadra: 23,5 anni. Tre giocatori in rosa oltre i 30. Tantissimi ragazzi sono cresciuti insieme nel settore giovanile del PSV, altri sono arrivati giovanissimi e sono cresciuti con un certo imprinting di mentalità. E soprattutto, il capo della banda è uno che ha sempre vissuto l'ambiente, sia da giocatore che da allenatore. Perchè c'è tantissimo di Cocu in questa qualificazione, a cui, magari con un po' di fortuna, gli olandesi sperano di dare un seguito.