Che Sarunas Jasikevicius non sia mai stato un giocatore come tutti gli altri lo dimostrano tante cose, sul campo e fuori, che ne attestano e ne confermano la grandezza, l'enormità, l'unicità. Oltre ai successi, ai colpi di testa, alla passione che si fonde alla lucidità in campo, la cosiddetta legacy - o meglio eredità - lasciataci dall'istrionico e geniale playmaker lituano risiede in pochi attimi, in qualche giocata, in un sorriso beffardo, in una protesta, nel suo modo assolutamente unico di fare, di porsi con gli altri, con i compagni come nei confronti degli arbitri; di essere semplicemente Sarunas Jasikevicius. Dalle parti di Kaunas oramai lo hanno imparato a conoscere oltre che amare, forse venerare sarebbe il termine adatto, perché dopo il lunghissimo errare dalle giovanili alle ultime partite da giocatore, il percorso del quarantaduenne lituano sembra oramai arrivato a compimento.

Come? Da allenatore della squadra del suo paese. Quello Zalgiris Kaunas dal quale ha messo la testa fuori dal guscio cestisticamente parlando prima di dominare in Europa e non solo mettendo in mostra tutte le sue qualità. Dal campo alla panchina, un predestinato che vede, legge ed interpreta il basket come pochi eletti. Dal campo alla panchina, la sostanza, la genialità, non cambia, assume gli stessi connotati, le stesse ed identiche forme: da un assist no-look, all'esecuzione di uno schema alla perfezione; genio e sregolatezza, ragione e passione, lotta e governo. Stavolta l'impresa prefissatasi era di quelle improbe, enormi. Prendere la miglior squadra di Lituania e farne una delle più grandi d'Europa, nonostante il budget sia tra i più bassi del lotto - il quindicesimo delle sedici partecipanti.

Foto Euroleague.net
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La nascita del progetto - Dopo la cocente eliminazione nelle top16 della stagione 2015-16, l'arrivo della Regular Season e del nuovo formato dell'Eurolega sembra chiudere ancor più le porte ai poveri lituani, costretti a ripartire quasi da zero tecnicamente parlando affidandosi all'allora vice allenatore di Krapikas, Jasikevicius. Prima ancora del discorso tecnico da affrontare, è quello motivazionale, mentale, quello da scoprire: il primo intento del giovane tecnico è quello di far immedesimare i giocatori in ciò che prova il pubblico focoso di Kaunas, il cui affetto e la cui passione per lo Zalgiris e per il basket definire viscerali sarebbe riduttivo. Attorno ad un solido nucleo lituano del roster, giocatori sì di discreta qualità ma tutt'altro che eccelsi, Saras sceglie dei buoni comprimari ai quali affidarsi, senza stelle, ma interpreti con la voglia di mettersi in mostra e con voglia di riscatto. I risultati arrivano a singhiozzo, ma il decimo posto in Regular Season con 14 vittorie e 16 sconfitte in stagione può rappresentare un ottimo punto di partenza in vista della stagione in corso.

Dopo le prime dieci giornate della stagione in essere, il 5-5 di record non stride con quanto fatto nei mesi successivi, ma sembra stare un po' stretto ai lituani, che nelle successive gare si scrollano definitivamente la pressione dalle spalle ed innestano le marce alte. Cinque vittorie di fila, le quali mettono in luce il vero sistema di gioco creato da Jasikevicius: alla base di tutto c'è la sua personalità, infusa e trasmessa nei suoi interpreti, consapevoli delle proprie potenzialità; successivamente ne scaturiscono lucidità e letture, le quali si fondono indissolubilmente con l'esecuzione dei giochi. L'impossibilità di poter contare su stelle affermate ha fatto sì che alla base del discorso tecnico di Jasikevicius ci fossero solidi principi dai quali partire, da mettere in campo indipendentemente dal rivale che si ponesse sulla strada dello Zalgiris, ai quali si affiancano la ricerca di nuove e migliori soluzioni e del perfezionamento. In difesa il gap fisico viene invece colmato con l'intensità e l'abnegazione, con l'atletismo e la ferocia agonistica. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

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La filosofia di gioco - Il mantra si specchia perfettamente con quanto si vede in campo. Oltre ad eseguire alla perfezione la coreografia di ogni singolo schema, sono le letture e la voglia di non accontentarsi mai del primo tiro disponibile quello che fa realmente la differenza, andando sempre alla ricerca di quello più pulito e smarcato, internamente o esternamente che sia. Entrato nella testa dei suoi giocatori, Saras ha perfezionato di settimana in settimana l'esecuzione dei giochi, riuscendo a cucire alla perfezione sulle spalle di ognuno dei suoi interpreti il suo sistema di gioco offensivo, arrivando alla sublimazione dello stesso nella serie playoff appena vinta contro l'Olympiacos Pireo, nella quale i suoi hanno letteralmente travolto i greci in ogni sezione del campo.

Il braccio in campo di quel che la mente di Jasikevicius produce è chiaramente Kevin Pangos, playmaker canadese al quale in corso d'opera si è aggiunta la sapiente gestione di Beno Udrih, sloveno dal passato più che glorioso in NBA. Attorno al duo di registi, una batteria di esterni complementari, abili sia nel tiro dalla distanza - vedi Milaknis o Ulanovas - ma anche capaci in uno contro uno di creare superiorità e generare vantaggi - Micic e Toupane; discorso simile fatto anche sotto le plance, dove all'atletismo di Davies e White si uniscono la fisicità di Kavaliauskas e l'eclettismo di Jankunas.

Un roster sinceramente modesto, elevatosi all'ennesima potenza grazie alla gestione del Deus ex Machina lituano, capace così come in campo di migliorare i suoi compagni di squadra grazie alla sua gestione, anche dalla panchina di innalzare il livello di gioco dei suoi interpreti attraverso il sistema di gioco. Oltre alla ragione, tuttavia, impossibile non sottolineare anche il lato istrionico dello Jasikevicius allenatore, il quale segue le partite sempre a modo suo, ovvero sia passionale e focoso. Non c'è una singola azione dove non lo si vede sbraitare in panchina (persino dopo il tiro della vittoria di Milaknis ad Istanbul contro il Fenerbahce campione d'Europa, nel video) correre verso un suo giocatore per battezzarlo per un errore marchiano difensivo, o protestare nei confronti degli arbitri animosamente. Fa tutto parte del gioco. Fa tutto parte del personaggio Jasikevicius.

Il sogno continua - La testa, la convinzione dei propri mezzi, alla base di qualsiasi cosa. Dopo le 18 vittorie stagionali in 30 incontri ed il sesto posto ottenuto in Regular Season, la sfida ai playoff contro il più quotato Olympiacos di coach Sfairopoulos. Dopo le due vittorie in stagione regolare, sono arrivate tre nette affermazioni in quattro partite nella serie di quarti di finale, le quali hanno permesso allo Zalgiris Kaunas di tornare alle Final Four di Eurolega dopo svariate annate deludenti. Non sarà lo Zalgiris campione d'Europa del 1999 con Edney, Stombergas e Zukauskas dal punto di vista del talento individuale, ma questa versione guidata dalla sapiente regia di Jasikevicius sicuramente potrà dire la sua in terra serba, soprattutto in gara secca, dopo aver battuto in stagione sia Cska che Fenerbahce. E con un condottiero così, guai a scommetterci contro.

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