I giochi sono fatti, almeno a metà. Dopo la clamorosa favola di Loyola Chicago, quarta testa di serie numero 11 ad approdare alle Final Four NCAA nella storia, arriva anche il nome della seconda università qualificata tra le migliori quattro: si tratta di Michigan, che si guarda bene dall’upset e, comandando ma mai chiudendo la gara prima dell’ultimo minuto, riesce ad avere la meglio sui Seminoles di Florida State. Cammino quasi commovente quello degli uomini di coach Hamilton, che dopo aver eliminato Missouri (8), Xavier (1) e Gonzaga (4), da nona testa di serie, devono abdicare contro la numero 3 per 58-54. Ottima, tra i Wolverines, la prova di Charles Matthews, con 17 punti ed 8 rimbalzi, mentre trova la doppia cifra anche Moritz Wagner, forse l’uomo più atteso della gara, che però si ferma a 12, con lo 0/7 da tre. In una gara a basso punteggio sono in doppia cifra anche due uomini di Florida State: Cofer trova una doppia doppia di strapotere con 16 punti ed 11 carambole, bene anche PJ Savoy con 12 tasselli in uscita dalla panchina.
L’inizio di gara è una clinic di intensità cestistica: difese feroci da entrambe le parti contro attacchi rapidissimi, la rubata ed il coast-to-coast di Simpson firmano il 5-2 Michigan. Livers ed Abdur Rakhman, con la splendida tripla dal palleggio, allargano il gap al +6, mentre al primo timeout televisivo, dopo poco meno di 5 minuti di gioco, Florida State conta già tre palle perse e quattro falli a tabellino. Palle perse che diventano quattro, dopo il 2+1 importante di Kabengele, quando Walker si mangia un passaggio banalissimo: intercetto di Matthews, dai e vai con Abdur-Rahkman e alley-oop inchiodato al ferro.
Il solito PJ Savoy, però, tiene i suoi a contatto col centro dall’arco, anche se i Seminoles continuano a gestire con estrema superficialità i possessi offensivi. In ogni caso, l’aggancio nel punteggio arriva a quota 15 grazie ad un’altra bomba di Savoy. Florida State passa in vantaggio, entra in ritmo e, se da un lato gli errori continuano, dall’altro si vedono sprazzi di puri highlights: esemplari, nel giro di un minuto, la schiacciata di Walker e la stoppata-monstre di Obiagu, a cui fa seguito quella di Cofer su Wagner. L’ultima parte di primo tempo vede entrambe le squadre andare a corrente alternata: Michigan rientra bene, Cofer dall’angolo tiene avanti i suoi. Comunque, al rientro negli spogliatoi è tutto ancora in equilibrio perfetto: 27-26 a favore dei Wolverines.
Al rientro in campo l’attacco dei Seminoles viaggia abbastanza a vuoto, e Michigan ne approfitta in tempo zero: Wagner apre il parziale, Matthews lo incide con cinque punti filati, Simpson e Robinson trovano le pentrazioni letali per firmare il +10 dopo i primi cinque minuti. I ragazzi di coach Hamilton provano a ritrovare la confidenza con il canestro partendo da una difesa più rocciosa del pitturato, e la tattica in parte porta i suoi frutti: Trent Forrest va a segno a rimbalzo offensivo, poi è Braian Angola a prendere in mano la situazione con il 2/2 in lunetta e gli assist smazzati ai cinque punti di Cofer, mentre gli Wolverines rimangono a secco. Arrivati ad un solo possesso di distanza, però, è Moritz Wagner ad occupare il palcoscenico: prima il capolavoro in post, poi il rimbalzo offensivo trasformato in un 2+1 fulmineo, è 45-38. Michigan riesce a correre tanto per mantenere un minimo di gap, è quando Matthews, con meno di quattro sul cronometro, ubriaca tutta la difesa e va a segno con il fadeaway è +5. La siccità offensiva di Florida State si prolunga oltre i sette minuti, mentre i ragazzi di coach Beilein trovano l’allungo decisivo: Simpson attacca a tutto gas di mano destra chiudendo al vetro e, dopo l’errore di Cofer, guida la transizione con lo scarico su Duncan Robinson. Tripla a segno del senior di New Castle, doppia cifra di margine abbattuta di nuovo ed inevitabile timeout Seminoles con due giri di orologio rimasti. La reazione di FSU arriva tramite il jumper dalla media di Mann, ma soprattutto tramite le mani di PJ Savoy: prima la zingarata per lucrare tre tiri liberi dalla difesa sul perimetro, tutti trasformati, poi una bomba totalmente senza senso, dal palleggio, da distanza siderale. Abdur-Rakhman è impreciso quando viene sfidato ai liberi (1/2 al primo giro, 0/1 al secondo), contro la ultra-aggressiva difesa allungata i Wolverines vanno in apnea ed il timeout è inevitabile. Al rientro si torna in lunetta, ma Zavier Simpson, con il suo caratteristico palleggio laterale, non fa meglio del suo compagno (1/2), lasciando a Florida State soli quattro punti di scarto. Savoy e Walker mancano consecutivamente l’appuntamento con il canestro, Cofer ci mette una pezza con il tap-in, ma il 2/2 dall’altra parte di Robinson garantisce ancora ossigeno ai suoi. Savoy, triplicato, esagera nel cercare la preghiera con una quindicina di secondi sul cronometro, la palla scheggia solo il ferro e finisce tra le mani dei Wolverines, ed a questo punto cadono le armi: Michigan trionfa 58-54 sul parquet dello Staples Center e si garantisce le Final Four