Sister Jean è sorridente e gioiosa, nonostante i 98 anni sul groppone, mentre entra sul parquet della Philips Arena di Atlanta. E ne ha ben donde: i suoi protetti, i ragazzi di Loyola Chicago (se non conoscete la storia della suora più famosa del momento in America, correte ad informarvi) hanno infatti appena completato il terzo upset consecutivo, superando Nevada alle Sweet Sixteen per 69-68. Dopo Miami (6) e Tennessee (3), i Ramblers, undicesima testa di serie nella South Division, superano anche Nevada, settima forza del tabellone, di nuovo con un finale tiratissimo. Per Porter Moser sono cruciali i 18 di Townes, che firma anche la pesantissima tripla all’ultimo possesso, ed i 15 punti di uno scatenato Clayton Custer, che termina la gara con un 7/9 dal campo ed un 4/4 ai liberi. Quindici, in uscita dalla panchina, invece, per Aundre Jackson. Tanti rimpianti per Nevada, vittima di un pessimo blackout tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, che ha permesso agli avversari di aprire un gap poi difeso quando il ritmo frenetico ha rimesso in partita i Wolf Pack. 37 punti combinati per i fratelli Martin: il migliore è Caleb che nel tabellino scrive 21, con 3 stoppate e 5 rimbalzi, mentre Cory unisce 6 carambole, 5 assist e 4 rubate ai suoi 16. Importntissimo anche il lavoro di Caroline (19 punti), mentre pesa tanto lo 0/8 di Stephens.
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Gara che comincia subito a mille: l’atmosfera è calda e le retine suonano da una parte e dall’altra, con ben cinque canestri consecutivi in layup. A Cooke, Martin e Caroline si alternano le due realizzazioni di Krutwig per il 6-4 Nevada. Le due squadre provano a prendere confidenza anche con il tiro dalla distanza, ma i punti arrivano ancora dall’interno, prima che Caroline, con la bomba, mandi sul +9 i suoi già dopo cinque minuti. Caleb Martin gli fa eco (20-8), ma Krutwig prova ancora a tenere i suoi in partita andando con convinzione in penetrazione. Nel corso della prima frazione i Ramblers riescono a frenare un po’ il ritmo, altissimo, cercando di adattarlo di più al proprio gioco, molto più di posizione che di corsa, e scavallata la metà del tempo il tabellone recita 14-22.
Nevada prova ad allungare affidandosi al tiro dall’arco, ma dopo il 7/9 dal campo iniziale arriva un parziale di 1/8, il gap non si allarga e Loyola rimane a contatto; tuttavia, anche i Ramblers mancano di guizzi importanti in attacco, regalando errori e palle perse che gli impediscono di ricucire. All’ennesima, di Richardson, Cody Martin decide di prendere la situazione in mano, guida il contropiede e, dopo l’eurostep, inchioda la schiacciata. La risposta, però, arriva col primo canestro dalla lunga distanza firmato da Custer. Il finale di primo tempo è sostanzialmente una sinfonia di stoppate, quasi tutte a marchio Nevada: Caleb Martin monopolizza il pitturato inchiodando qualunque tentativo di penetrazione dei Ramblers, ed in generale i Wolf Pack blindano, a dir poco, l’area.
Gli sfavoriti, però, continuano a difendere con continuità ed attenzione, soprattutto sul perimetro, e quando Clayton Custer deruba Martin e si invola per il layup è 23-24. A questo punto i Ramblers prendono fiducia, cominciano a far circolare la palla come sanno ed allungano il pesantissimo parziale: Townes, sulla sirena dei 30, infila la tripla che vale il +4. Nevada chiude il primo tempo con otto minuti di astinenza dal canestro ed un parziale di 0-12.
L’inizio di secondo tempo è scoppiettante come il primo: Cody Martin va dritto per dritto al ferro dal palleggio, ma Townes gli risponde in men che non si dica col floater, addirittura cambiando mano in volo. Loyola trova letteralmente delle praterie in contropiede, correndo dopo i pessimi tiri presi dai Wolf Pack, ed in pochi minuti arrivano tre canestri facilissimi: +10, impossibile non chiamare il timeout per un infuriato coach Musselman.
I gemelli Martin riescono finalmente a riaccendere la luce trovando punti importanti a rimbalzo offensivo, ma dall’altra parte ad incrementare il punteggio è la fisicità di Jackson, bravissimo a farsi sentire nel pitturato con quattro punti filati. Trovano canestri importanti, per il morale oltre che per la partita, anche Caroline ed Ingram. Custer, ancora una volta con personalità da veterano, mette a segno il +10, ma Caleb alza di nuovo l’asticella dall’angolo sinistro, siglando l’undicesimo punto personale con una tripla cruciale. I battiti della partita sono tornati quelli impazziti del primo tempo, ed ancora prima della mezz’ora di gioco Loyola sfonda, con le bombe di Richardson e Williamson, quota 50 punti.
I Ramblers riescono a mantenere il gap sempre sul margine della doppia cifra, mentre anche l’altro gemello Martin sigla il decimo punto della sua gara in una fase in cui ogni singolo possesso sembra destinato al fondo della retina. L’attacco dei protetti di Sister Jean però si inceppa quando più conta, vittima di manovre eccessivamente lunghe ed elaborate, forse a causa di un minimo di “braccino” tennistico: i Martin e Josh Hall, sempre all’interno, firmano il rientro prepotente di Nevada fino al -2, quando Williamson sveglia i suoi facendo saltare la difesa con la penetrazione dal fondo. Il ritmo è altissimo, però, e come prevedibile fa le fortune di Nevada: contropiede micidiale di Cody Martin, è pari a 59 con quattro minuti sul cronometro.
A questo punto però, a sorpresa, l’università di Chicago riaccende la luce, con Jackson a sparare da lontanissimo la tripla. Da qui succede di tutto: Caroline guadagna il -2 a rimbalzo offensivo, Jackson infila altri due punti in penetrazione, mentre Caleb Martin si inventa una tripla clamorosa dal palleggio per tornare ad un solo punto di distacco. Il tempo scorre, la palla-match sarebbe sulla mano di Hallice Cook, tutto solo dopo la circolazione nell’angolo sinistro, ma il suo tentativo si stampa solo sul secondo ferro. 2/2 ai liberi sia per Jackson che per Martin, il capolavoro lo disegnano Custer e Townes: con 38 secondi sul cronometro, il nativo di Kansas City tiene la palla ferma per oltre venti secondi, con i compagni immobili, prima di tuffarsi in penetrazione. Finta di tiro, scarico nell’angolo per Townes che fa saltare il marcatore ed infila il tiro da tre più importante della sua carriera. Palla nel cesto, con sette secondi sul cronometro non basta nemmeno la tripla della follia di un commovente Caleb Martin. Loyola Chicago vince 69-68, mette a segno il terzo upset consecutivo e vola dritta alle Elite Eight, dove incontrerà una tra Kansas State e Kentucky.