Marzo è arrivato e con lui, oltre alla primavera, arriva anche la Madness, la follia che pervade gli appassionati di basket in generale e ancor di più chi segue il college basketball. Il torneo della prima divisione NCAA sta per cominciare - domenica undici la selection sunday come primo atto - e per noi di Vavel Italia è il momento di addentrarci tra i protagonisti di questo pazzo torneo, perché come dice lo Stregatto: "We're all mad here". Il primo protagonista della nostra rubrica è stato Mohamed Bamba qui la sua presentazione centro dei Texas Longhorn e probabile top five al prossimo draft, ora tocca ad un altro lungo che farà faville nel vicino torneo: Wendell Carter Jr.
Di Wendell Carter Jr se ne parla dal 2015 , quando ancora era al liceo, ed è entrato ancor più nelle cronache del college basketball quando nel 2016 da top tre del recruiting raniking di Espn ha scelto di andare a Duke, alla corte di Coach K, senza però pensare seriamente di scegliere un college che, per gli atleti, non è quasi mai preso in considerazione: Harvard. Già, il centro nativo di Atlanta era in bilico sulla scelta tra le due università, anche perché la sua media liceale - 9- parlava per lui, ma alla fine ha scelto di andare a Duke e la motivazione potrebbe sorprendervi: il suo migliore amico. Carter ha scelto i Blue Devils, sia per la caratura e la possibilità di avere più riflettori puntati addosso, sia perché Gary Trent Jr ha optato per Durham, convincendo anche l'amico. Se però pensate che questa scelta denoti una mancanza di carattere da parte del ragazzo, beh, sbagliate di grosso. Carter potrebbe essere un collegiale atipico rispetto ai suoi compagni di squadra, non vive solo di basket, tanto che si è dedicato anche al teatro in passato, e la scelta di Duke gli permette di avere maggior pressione di quanta ne potesse avere nel college dell'Ivy League e lui lì ci sguazza perché paura non ne ha, come recitano i tatuaggi sui due bicipiti: "Fear" sul destro e "None" sul sinistro; nessuna paura.
Tuttavia, seppur Carter Jr sia dato tra i primi prospetti al prossimo draft - top ten quasi assicurata - lui non è il faro della squadra, ruolo che spetta a Marvin Bagley, giocatore di cui parleremo nei prossimi appuntamenti, ma ne è certamente il barometro. Il centro mobile ha dimostrato un'intelligenza ed un coraggio fuori dal comune e siamo certi che se il compagno di squadra non avesse scelto Durham in estate, lui sarebbe stato il faro di questa spedizione Blue Devils. In questa stagione Wendell ha messo assieme 14.1 punti, 9.5 rimbalzi e 2.1 assist di media, a cui aggiungere anche le 2.2 stoppate a partita. Questi dati assumono ancor più importanza se si pensa che nel sistema di Coach K, Carter, è la terza opzione offensiva, facendo ben capire quanto questo giocatore sia pronto per il salto, dimostrando di saper prendere quanto la partita offre. Nonostante i buoni numeri offensivi, però, il numero 34 non possiede uno skill set offensivo degno di questo nome, ma bilancia il tutto con una grande presenza nella metà campo difensiva sfruttando appieno la sua grande stazza - 210 cm per 117kg e una swingspan di 221cm - che gli permette di essere un fattore sotto le plance. Parlando di punti di forza, non si possono non menzionare la capacità di pungere dall'arco e quello che è il suo vero colpo del ko, ovvero il post basso che con la sua rapidità di piedi diventa letale nel gioco old-school di Duke sia per concludere, sia per trovare il passaggio giusto per il tiratore smarcato.
Tuttavia, un punto debole lo ha, anche più di uno. Carter Jr deve migliorare oltre l'arco per diventare una minaccia in Nba, ma soprattutto deve fare uno step quando in fase difensiva è chiamato allo scivolamento laterale. Più volte in stagione è stato punito da giocatori più piccoli, ma più rapidi. Un altro problema che ha attanagliato il classe '99 sono i falli, che spesso lo hanno costretto a sedersi in panchina troppo presto. In questo senso, però, una svolta sembra essere arrivata nel match contro Wake Forest del tredici gennaio, quando il 34 è stato preso da parte da Coach K che lo ha ammonito sui falli dicendogli, testuale: "We need you in the game". In quel momento qualcosa è scattato nella testa di Wendell, che ha iniziato a difendere verticalmente, e il suo minutaggio medio è aumentato di sei minuti, aumentando di conseguenza anche le sue statistiche. Il ragazzo, dunque, impara in fretta e lo dovrà fare se vorrà conquistare la top ten del prossimo draft, posizione in cui oscilla al momento.