La fase finale del Torneo Ncaa è alle porte, passiamo a conoscere i vari protagonisti che animeranno queste nostre giornate di marzo, fino alla finalissima della March Madness in programma a San Antonio il 2 aprile. Moahmend Bamba, pivot dei Texas Longhorns, sarà uno degli attori principali della manifestazione. Molta è la curiosità nel vedere all'opera questo ragazzone di 211 centimetri con un'apertuta alare di 242 (sarà il più grande wingspan nella storia dell’Nba), che prima di accasarsi al college texano ha frequentato l'high school di Westtown HS. Bamba un predestinato? Potrebbe darsi, se consideriamo il fatto che la scuola della Pennsylvania prima del suo arrivo non aveva praticamente mai vinto nulla. Con il suo arrivo, le cose sono cambiate assai velocemente, con due titoli vinti negli ultimi due anni. Nella sua ultima stagione con la maglia di Westtown, Bamba ha realizzato 14 punti, 12 rimbalzi e 8 stoppate di media a partita facendosi conoscere soprattutto per le sue doti difensive.
Dunque, le sue capacità difensive, il suo vero punto di forza, messe a disposizione del college di Texas. Indeciso, nella sua scelta finale ha inciso molto la figura di Shaka Smart, coach che lo ha seguìto e fatto crescere nel team statunitense U18. In più, per sua stessa ammissione, la School of Business della Texas University è quanto di meglio potesse esserci, uno dei migliori programmi dell’intero Paese. Ha preferito Texas a Duke, Michigan e Kentucky. Come detto, il lungagnone classe 1998, nativo di Harlem, è un abile difensore. Protezione del ferro, buon stoppatore grazie alle sue lunghe leve, riesce anche a difendere con buoni profitti contro avversari più piccoli di lui, in quanto gode di buona velocità di gambe. Sotto questo punto di vista, potrebbe già competere a buoni livelli al piano di sopra, in NBA. Menzioniamo le dichiarazioni rilasciate da Devonte Graham - stellina dei Jayhawks - che dopo essersi scontrato con la sua Kansas contro i Longhors, sottolineò di come Bamba "avesse difeso alla morte non lasciando passare nulla" e quelle del coach Bill Self che si spinse addirittura oltre affermando che il giovane Mo potesse addirittura "stoppare il sole".
L'anno vissuto al college potrebbe essere fondamentale per il suo miglioramento tecnico, soprattutto nell'altra parte del campo, in attacco. Il suo skill-set non è molto variegato, deve aggiungere movimenti, soprattutto il tiro dal mid-range che al momento non ha. Da migliorare anche la resistenza ai contatti, visto che il ragazzo è tanto lungo quanto ancora leggero, soprattutto nella parte alta del corpo. Su questo aspetto dovrà migliorare tanto per non trovarsi poi in difficoltà il prossimo anno contro i centri che gravitano in NBA. Nel complesso, però, non ci sono lacune evidenti nel suo gioco. Le mancanze è in grado di mascherarle, sfruttando a pieno il suo IQ cestistico molto sviluppato. E' calzante il paragone con il francese degli Utah Jazz, Rudy Gobert.
Mo Bamba è il terzo miglior realizzatore di squadra con 13 punti di media ad allacciata di scarpe (fanno meglio solo Dylan Osetkowski e Andrew Jones rispettivamente con 13.7 e 13.5), mentre capeggia la classifica dei rimbalzisti. Ne tira giù 10.6. Dato interessante, sono le triple tentate: 49, di queste 13 mandate a bersaglio. Segno evidente che seppur si tratti di un pivot dalle lunghe leve, non disdegna il gioco perimetrale, quella qualità che ora è 'obbligatoria' tra i pro. Ovviamente, il tiro è da mettere a posto, così come il suo trattamento di palla. Infatti, in quel di Texas spesso si accontenta della giocata sporca, piuttosto che prendere iniziativa e caricarsi la squadra sulle spalle sfruttando le sue immense doti. Nel momento in cui scriviamo, Bamba oscilla tra la quinta e la settima scelta al prossimo Draft Nba, che è stato etichettato da tutti come un Draft molto ricco, specialmente tra i 'lunghi'.