Dove eravamo rimasti. Ah, si. La Fiat Torino sbanca Pesaro, l'ultima della classe in campionato, a fatica, senza brillare, senza particolari sussulti. Una vittoria che, tuttavia, risolleva il morale di una squadra apparentemente sepolta dopo l'interregno Recalcati che ha fatto da tramite tra la gestione, ottima, di Luca Banchi e quella del giovane coach Paolo Galbiati. Li avevamo lasciati a Varese, nell'ultima apparizione della Fiat degna di tal nome, poi il buio pesto. L'addio di Banchi, lo scarso feeling con Recalcati e poi la luce. Galbiati sembra aver dato nuova linfa e fiducia ai piemontesi, i quali approdano a Firenze, alle Final Eight di Coppa Italia da assoluta mina vagante.
"Sicuramente l'impegno contro la Reyer di De Raffaele è proibitivo sulla carta, ma se c'è una squadra che può far saltare il banco nella tre giorni del Mandela Forum, la quale soprattutto in gara secca ed in giornata può dare filo da torcere ai veneziani ma non solo, quella è sicuramente Torino": questa, in sede di presentazione, la nostra fotografia della squadra torinese, che mentre la Torino del calcio si divideva per il derby della Mole si riuniva qualche ora più tardi sotto lo stemma della Fiat. Cuore e coraggio, attributi ed un pizzico di fortuna che non guasta mai: Torino sbanca Firenze, batte in fila Venezia, Cremona e Brescia per vincere la sua prima Coppa Italia. Nel modo più beffardo possibile, in contropiede, a due secondi dal termine. La redenzione è completa.
Eppure il pomeriggio torinese era iniziato in maniera tutt'altro che positiva. Attacco fermo, mani freddissime e due punti nei primi sette minuti di gioco. Brescia, di contro, grazie allo scatenato Landry, e ad un migliore approccio, scappa via nel punteggio, approfittando della zona 3-2 che segue i tagli a uomo per acuire le difficoltà della circolazione di palla dei piemontesi e li mitarne il talento in uno contro uno. La mossa di Diana sembra perfetta e dà i frutti sperati, anche se la Germani paga - e pagherà per tutta la durata della contesa - la scarsissima propensione a spaccare in due la partita definitivamente lasciando sempre aperta la porta alle rimonte torinesi. Una prima spallata firmata Sacchetti, poi la seconda, la terza e, infine, anche la quarta, targate tutte Landry, le quali tuttavia non sono sufficienti a scalfire la resilienza avversaria.
Torino trova linfa vitale dal talento di Blue, arrivato da pochi giorni in squadra, dal solito infinito Garrett e di Washington - il quale ha tolto ripetutamente le castagne dal fuoco ai granata nei momenti peggiori - ma soprattutto dalla solidità di Vujacic, Mbakwe - pessimo in fase realizzativa, meglio sotto le plance - Boungou Colo - splendido nelle tre triple di fila - e dal cuore degli italiani Poeta e Mazzola. A rotazione tutti i protagonisti torinesi ammortizzano le spallate brianzole, tenendo in partita Torino fino al concitato finale. Alla distanza la maggiore brillantezza atletica dei piemontesi si fa preferire soprattutto a rimbalzo, dove Mazzola è enciclopedico e regala a Galbiati il più tre. Dalla parte opposta a fare da contraltare, è la scarsissima lucidità di Brescia, unico neo di una tre giorni a dir poco strepitosa: Vitali pecca di presunzione nell'ultimo possesso, regalando sei secondi al contropiede-beffa di Torino. Washington non si fa pregare, schiaccia per Vujacic che appoggia al ferro il canestro vittoria.
E' l'epilogo di una splendida quattro giorni di basket, la quale premia una squadra, Torino, dal talento abbacinante, non sempre continua ma che, in gara secca, ha dimostrato di poter battere chiunque. Probabilmente Brescia meritava qualcosa in più, per come ha costruito l'inizio di stagione, per quanto ha sofferto in questa tre giorni e per la capacità di dimostrarsi squadra di assoluto livello per 35 minuti anche in finale, probabilmente superiore alla stessa Torino. Vince però la Fiat, capace di restare aggrappata alla gara a più riprese con le unghie, con la voglia di non mollare e di riscattarsi dopo un periodo difficilissimo. Questa vittoria può rilanciare la stagione dei piemontesi, che adesso volgono lo sguardo verso il futuro con rinnovata fiducia.