Gianni Petrucci non vuole vedere nero, dopo il secondo piazzamento consecutivo della nostra Nazionale ai quarti di finale di Eurobasket. Dopo la deludente spedizione di due anni fa a Lille, ecco un quarto di finale dal sapore decisamente diverso, visto che la quantità di talento era inferiore e il cuore di chi c'era è stato enorme. Il presidente federale, intervistato per il Corriere della Sera, ha fatto capire di vedere un futuro abbastanza roseo, nonostante le tante difficoltà, e ammette che ci saranno diverse riflessioni da fare a breve termine: "Vedo una pallacanestro che negli ultimi quattro anni è sempre arrivata tra le prime otto d’Europa. Alla vigilia di questi Europei avrei considerato i quarti di finale un risultato accettabile. Basket italiano in buona salute? Non ho detto questo. Dico solo che ancora prima degli Europei avevo precisato che servono alcune valutazioni, perché non è possibile che l’Italia non vinca una medaglia da 13 anni. Serve per esempio capire perché nel ranking giovanile, sia maschile sia femminile, siamo secondi, poi quando si passa senior siamo costretti a inseguire".
Ecco allora che subentra l'aiuto chiesto da Petrucci a Bogdan Tanjevic. L'ex commissario tecnico azzurro, che negli ultimi campionati europei ha guidato il Montenegro, è stato chiamato a fare da direttore tecnico delle rappresentative nazionali azzurre. Il presidente federale ha chiarito i motivi che lo hanno spinto a chiedere il suo aiuto per tentare l'operazione rilancio: "Io non sono un tecnico. Tanjevic lo è. La gente dice che Petrucci non capisce di basket? Bene: di Tanjevic nessuno potrà dirlo. Ho chiamato una persona esperta, oltre che capace, perchè preferisco la competenza al giovanilismo". E se qualcuno poteva pensare che la scelta di affidarsi a Tanjevic potesse in qualche modo contaminare le scelte del nuovo commissario tecnici Meo Sacchetti, ci pensa Petrucci a fugare ogni dubbio di questo tipo: "Sacchetti farà il c.t., le convocazioni le farà lui, le scelte le farà lui. Tanjevic dovrà fare altro. Dovrà individuare i problemi e indicare la direzione da prendere per risolverli".
Tra i problemi più gravi che sembra attraversare il basket italiano negli ultimi anni, spicca soprattutto la capacità di coinvolgere i giovani e di convincerli a darsi proprio alla palla a spicchi, preferendola ad altre discipline. Petrucci, da questo punto di vista, fa capire che la pallacanestro gode ancora di grande considerazione dal punto di vista giovanile e del coinvolgimento dei giovani talenti: "Questo è uno dei problemi - dice riferendosi al reclutamento - . Ma non dobbiamo guardare nel giardino degli altri, rimaniamo sempre il secondo sport di squadra più importante d’Italia dopo il calcio". Si parla anche di un problema grave, quello delle tante spese a cui sono costrette le società. Il presidente federale risponde così: "Non aumentiamo le tasse da 8 anni - questa la difesa da parte di Petrucci - . E in ogni caso se si gioca a pallacanestro in campionati organizzati da altri enti, non ci dispiace: il fine ultimo è diffondere questo sport".
Una voce particolarmente autorevole, quella del presidente federale serbo Sasha Danilovic, ha parlato proprio di soldi. In particolare ha sostenuto che il budget a sua disposizione è nettamente inferiore a quello della Fip. Petrucci, costretto ancora una volta a difendersi, cerca a propria volta l'attacco nei confronti del suo interlocutore: "Non è automatico che le squadre più ricche vincano i campionati, altrimenti perché la Serbia avrebbe perso in finale con la Slovenia, che ha un budget ancora inferiore?". Una sferzata abbastanza importante, alla quale segue una risposta alla gestione del denaro non solo da parte della Federazione, ma anche di chi gestisce società e impianti sportivi: "Non è una questione di soldi, ma di mentalità. Dovremo investire di più sulle giovanili? Lo faremo. Sulle strutture? Ci proveremo. Avete visto l’impianto di Cluj, in Romania? Noi in Italia palazzi così ce li sogniamo. Però dev’essere anche lo Stato a intervenire, a costruire: se speriamo che possano farlo i presidenti dei club, che già si svenano per fare attività".
Petrucci si dice ottimista sulla possibilità di dare vita a una nuova generazione di talenti che possano rilanciare il movimento cestistico italiano. E con la scelta di Meo Sacchetti come commissario tecnico, e le partite da disputare durante la stagione anzichè in estate, ci sarà tempo per testare alcuni giocatori del nostro campionato, anche se difficilmente l'Italia farà a meno dei big che giocano in giro per l'Europa: "Lavoreremo per ricostruire una nuova generazione. Ovvio che i risultati si vedranno sul medio e lungo termine. I giocatori da adoperare nelle varie finestre li deciderà Sacchetti. Se convocherà i giocatori impegnati in Eurolega (riferimento piuttosto chiaro ai giocatori dell'Olimpia Milano, ndr) dovranno rispondere alla convocazione. Nessuna guerra, solo una puntualizzazione sulle regole. La guerra tra Fiba ed Eurolega? Ed è una guerra che penalizza solo le Nazionali. Ma la Fip non può far altro che seguire le indicazioni della Fiba. Eurolega è un ente privato. E le finestre, come concetto, non sono sbagliate". L'intervista si chiude con una risposta particolarmente carica ed energica, nei confronti di chi dice che Gianni Petrucci abbia fatto il suo tempo a capo della Fip: "Se io ho fatto il mio tempo, gli altri non sono ancora nati".