Archiviare la cocente delusione delle rispettive semifinali perse, scendere in campo per l'ultima volta in questo EuroBasket 2017, andando a caccia di una medaglia. Da una parte la voglia della Russia di centrare un traguardo che manca dal 2011, dall'altra la tradizione e la voglia di riscatto della Spagna, delle Furie Rosse travolte ed umiliate, cestisticamente parlando, in semifinale dalla Slovenia. Questione di motivazioni, oltre che di orgoglio, personale e di squadra, che condizionerà come spesso accade questo tipo di partite più dell'aspetto tecnico e tattico. 

Mentalmente chi arriva meglio alla sfida per il terzo e quarto posto, contentino che vale più per l'orgoglio personale che altro, è la Russia di coach Bazarevich e soprattutto di Alex Shved (33 in semifinale), capace di rimontare per la seconda volta di fila uno svantaggio di più di una dozzina di punti alla Serbia, senza però trovare - così come era accaduto contro la Grecia - la zampata finale. Stavolta non è bastato il talento dell'ex esterno dei Knicks tra le altre, ad accedere in finale è stata la Serbia, fredda e cinica al punto giusto. 

Alexey Shved, leader tecnico ed emotivo della Russia - Foto FIBA
Alexey Shved, leader tecnico ed emotivo della Russia - Foto FIBA

Al cospetto dei russi, i quali restano una delle sorprese più belle di questa kermesse europea, la Spagna dei fratelli Gasol. Quella che era stata ribattezzata Armada Invencible, destinata già all'oro iridato, è caduta, al cospetto dell'atletismo e dell'esuberanza atletica della Slovenia di Dragic e Doncic, di Anthony Randolph e della solidità di Prepelic e Vidmar. Un pizzico di superbia, di delirio di onnipotenza: quella superiorità, mentale e tecnica, che però non ha permesso alla Spagna di mettere a freno, fin da subito, la straripante energia slovena.

Impossibile porvi rimedio a gara in corso, correggere un atteggiamento fin troppo garibaldino fino all'inevitabile ed inesorabile capitombolo finale: il -20 è pesante, duro, un macigno da digerire, soprattutto in vista della sfida di oggi. Da salvare, adesso, c'è la faccia, oltre ad una questione prettamente statistica: centrare la sesta medaglia consecutiva in Europa, la decima nelle ultime undici apparizioni dal 1999 ad oggi, rappresenterebbe un clamoroso record e, probabilmente, il modo migliore per uscire di scena da parte dei pretoriani del gruppo. Questione di orgoglio e motivazioni, appunto. 

Le formazioni a disposizione di Scariolo e Bazarevich

Le statistiche del torneo

Tutte le statistiche sembrano far pendere l'ago della bilancia dalla parte della Spagna dei fratelli Gasol, che proveranno a far valere la loro qualità e la loro fisicità, contro i lunghi russi. Mozgov può reggere l'urto con Pau, meno Vorontsevich o chi per lui contro Marc. Dalla parte opposta difficile fermare Shved ed il suo pick&roll: inevitabile che la Russia proverà a battere sul dente che duole maggiormente alla Spagna, ovvero gli aiuti dei lunghi in uscita sul palleggiatore; Pau Gasol non ha mai dimostrato in questo Europeo di essere il primo della classe da questo punto di vista, facile che lo confermi questo pomeriggio. Altrettanto importante sarà, come più o meno ha fatto da barometro in quasi tutte le partite di questa fase finale dell'Europeo, la percentuale nel tiro da tre punti, soprattutto per i russi sugli scarichi di Shved: Fridzon, Khvostov, ma anche lo stesso Vorontsevich pronti a trarne beneficio.